L’Ue verserà 1 miliardo di euro alla Turchia per gestire i migranti dalla Siria

18.12.2024
L'Ue verserà 1 miliardo di euro alla Turchia per gestire i migranti dalla Siria
L'Ue verserà 1 miliardo di euro alla Turchia per gestire i migranti dalla Siria

Il dopo Assad fa incontrare la presidente della Commissione Ue von der Leyen e il leader turco Erdogan. Dopo i 10 miliardi di euro forniti ad Ankara negli ultimi 13, arriva un nuovo gruzzoletto per il presidente turco. Il quale, a sua volta, rilancia la candidatura per aderire al blocco

L’Unione europea verserà un miliardo di euro in più alla Turchia nel 2024 a sostegno dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione dei rifugiati siriani nel Paese. Lo ha annunciato oggi la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen da Ankara, dove è volata per incontrare il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che è tornato prepotentemente al centro dei giochi dopo la presa della Siria da parte delle milizie sunnite come l’Hayat Tahrir al-Sham (HTS).

Da13 anni Ankara riceve soldi da Bruxelles per la gestione dei migranti

Il nuovo sostegno economico europeo servirà a contribuire alla gestione della migrazione e delle frontiere, compresi i rimpatri volontari dei rifugiati siriani, ha spiegato la presidente della Commissione Ue. “La Turchia continua a essere un partner fondamentale nella gestione della migrazione lungo la rotta del Mediterraneo orientale”, ha precisato la presidente della Commissione, sottolineando come Ankara abbia assunto un ruolo di primo piano nella gestione dei migranti siriani. Gli stessi che furono al centro di un accordo tra Ankara e Bruxelles, con quest’ultima che negli ultimi 13 anni ha versato quasi 10 miliardi di euro al governo turco per la gestione dei rifugiati siriani. In virtù di questa intesa, la Turchia si è fatta carico dei rifugiati provenienti dalla vicina Siria.

Già a fine maggio la Commissione europea aveva indicato, in occasione dell’ottava edizione della conferenza sul sostegno al futuro della Siria e della regione, che la Ue aveva promesso 2,12 miliardi di euro per il 2024 e il 2025. Si trattava di un’assistenza sia i siriani all’interno della Siria che quelli nei paesi limitrofi, nonché le loro comunità ospitanti in Turchia, Libano, Giordania e Iraq. Tra le promesse, indicava una nota comunitaria, anche “un miliardo di euro per sostenere i rifugiati siriani e le comunità ospitanti vulnerabili in Turchia”. Promessa che ora è stata mantenuta. 

Il governo turco vuole che l’Unione europea partecipi attivamente alla ricostruzione della Siria, condizione cruciale per accelerare il rientro dei profughi. Secondo UNHCR, la Turchia ospita 3,2 milioni di rifugiati siriani con protezione temporanea, che non prevede però un percorso definito per ottenere la cittadinanza turca. La maggior parte di loro sono arrivati dall’inizio del conflitto in Siria nel 2011, e hanno dovuto registrarsi in una sola provincia per accedere agli aiuti, ai servizi, e cercare lavoro.  

Erdogan spinge sulla adesione all’Ue

In occasione della loro stretta di mano, von der Leyen ha enfatizzato il ruolo essenziale che la Turchia ed Erdogan svolgono nella stabilizzazione della regione del vicinato siriano. Per il leader turco, però, la priorità è la difesa dell’integrità territoriale della nuova Siria, un Paese che deve essere liberato dalla minaccia terroristica “sia dell’Isis che di Ypg/Pkk”.

Le parole di Erdogan devono essere lette come un messaggio Un messaggio chiaro a von der Leyen e a diversi Paesi europei, tra cui la Germania, che hanno mostrato più volte vicinanza e solidarietà ai separatisti curdi. Circostanza inaccettabile per il Sultano, inamovibile nel ritenere Ypg/Pkk terroristi per i quali in Siria non c’è futuro. Erdogan ha colto l’occasione per chiedere all’Ue di “sostenere “un impianto politico inclusivo” nel nuovo governo di Damasco e ha spinto per una collaborazione con Bruxelles diversa da quella del 2016, sul contenimento dei flussi migratori.

Il ruolo centrale assunto dalla Turchia di Erdogan in Siria gli permette, ora come nel 2016, di rivendicare la propria posizione e rilanciare la candidatura del proprio Paese all’Unione Europa. Per la Turchia diventare membro “rimane “un obiettivo strategico”. Una eventuale adesione “apporterà contributi significativi e vantaggi” per entrambi, Bruxelles e Ankara. Ma se l’adesione all’Ue sembra un sogno ormai lontano, quello su cui Erdogan punta più realisticamente è l’aggiornamento degli accordi doganali e la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi che vogliono visitare i Paesi europei.

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