L’azienda dell’auto elettrica cinese che cerca fornitori italiani

27.01.2025
L'azienda dell'auto elettrica cinese che cerca fornitori italiani
L'azienda dell'auto elettrica cinese che cerca fornitori italiani

La Byd, prima produttrice di veicoli elettrici al mondo, è alla ricerca di componentistica di qualità italiana da utilizzare nei nuovi stabilimenti che saranno aperti in Ungheria e Turchia

L’ascesa del colosso cinese Byd nel mercato europeo – nonostante i dazi – potrebbe verificarsi anche grazie all’Italia. La Byd, prima produttrice di veicoli elettrici al mondo, è alla ricerca di componentistica di qualità italiana da utilizzare nei nuovi stabilimenti che saranno aperti in Ungheria e Turchia.

L’incontro in programma a Torino

Il regista di questa operazione è Alfredo Altavilla, già braccio destro di Sergio Marchionne in Fca e oggi special advisor per l’Europa dell’azienda cinese, che ha programmato un appuntamento nella città chiave dalla produzione automobilistica italiana. A Torino, tra il 20 e il 22 febbraio sono in programma incontri tra aziende italiane che producono componenti per auto e rappresentanti dell’azienda cinese. 

Lo scopo di questo appuntamento è trovare fornitori made in Italy per prodotti da utlizzare nei due stabilimenti che la Byd ha recentemente aperto in Ungheria e in Turchia, con lo scopo di aggirare i dazi voluti dall’Unione Europea sulle vendite di auto prodotte all’estero. Dal 31 ottobre Byd paga il 17 per cento in più rispetto al 10 per cento già in vigore. I dazi sono stati imposti perché la Commissione accusa i produttori di auto cinesi di beneficiare di enormi sussidi dal governo per riuscire a vendere a prezzi molto bassi i propri veicoli a discapito dei produttori europei. 

L’ipotesi di un’apertura di uno stabilimento Byd in Italia

L’incontro tra le aziende dei due paesi alimenta l’ipotesi dell’apertura di un terzo stabilimento di automobili Byd in Europa, dopo quello in Ungheria e in Turchia (che fa parte dell’Unione doganale dell’Ue e quindi i suoi prodotti esportati nel vecchio continente non sono soggetti a dazi doganali aggiuntivi).

Il prossimo approdo potrebbe essere proprio l’Italia. Altavilla auspica che i soldi pubblici utilizzati per gli incentivi vengano utilizzati per lo sviluppo industriale italiano. Come ha affermato Alessandro Grosso in un’intervista a Openonline “Appena tutta l’Europa farà il salto per saturare quelle 500 mila unità e pagarci la luce e il personale di queste due fabbriche, qualcosa potrà cambiare. Byd non si mette mai limiti e il Sud Europa può essere una location perfetta per produrre nei prossimi anni”. Un’ipotesi che potrebbe diventare realtà anche grazie alla volontà della regione Piemonte di trovare un’alternativa al monopolio di Stellantis (la cui crisi è conclamata), aprendo uno stabilimento dismesso per attrarre un produttore di auto straniero, preferibilmente cinese.

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