La Banca centrale europea ha effettuato la quinta sforbiciata consecutiva portando il tasso sui depositi al 2,75 per cento
La Banca centrale europea ha deciso un altro taglio dei tassi d’interesse, portando quello sui depositi dal 3 al 2,75 per cento. La mossa è stata decisa nella riunione del Consiglio direttivo a Francoforte ed era ampiamente anticipata. Il tasso di rifinanziamento principale è stato portato al 2,90 per cento e quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale è stato ridotto al 3,15 per cento. È quasi certo che la Bce continuerà con la linea dell’allentamento dei tassi, poiché le preoccupazioni per la scarsa crescita economica superano quelle per l’inflazione persistente.
Trend positivo
Francoforte ha abbassato i costi di prestito quattro volte lo scorso anno e si prevedono tre o quattro manovre nel 2025, con l’obiettivo di portare i tassi almeno al 2 per cento entro la fine dell’anno.
Con l’economia dell’eurozona che ha ristagnato nell’ultimo trimestre a causa di una recessione industriale e della debolezza dei consumi, gli argomenti a favore di un taglio sono così chiari che nessuno dei 26 responsabili politici della Bce si è pubblicamente opposto. A differenza della Bce la Federal Reserve statunitense ha mantenuto questa settimana i tassi invariati e ha accennato a una lunga pausa, affermando di non avere fretta di tagliare di nuovo, in parte perché i dazi che il presidente Donald Trump potrebbe decidere di imporre aumentano l’incertezza economica nella nazione.
Le stime
Facile.it e Mutui.it hanno stimato che la rata di un finanziamento variabile standard per l’acquisto della casa potrebbe scendere di circa 17 euro nei prossimi mesi, passando dagli attuali 666 euro a 649 euro. Secondo le previsioni a giugno l’Euribor a 3 mesi dovrebbe arrivare al 2,22 per cento, scendendo sotto la soglia del 2,10 per cento entro la fine del 2025. Se queste previsioni fossero corrette, la rata del mutuo standard preso in esame calerebbe a 629 euro entro il primo semestre 2025, arrivando a sfiorare i 620 euro a dicembre 2025, con un risparmio complessivo annuale sulla rata prossimo ai 50 euro rispetto ad oggi.
Se i variabili continuano a calare, sul fronte dei tassi fissi le ultime settimane sono state caratterizzate da un aumento dell’Irs, l’indice di riferimento per questo tipo di offerta, che sta risentendo dell’aumento dei rendimenti dei titoli di stato europei, sulla scia di quelli americani.