Da marzo del 2024 gli agenti della municipale hanno accertato oltre 1500 violazioni recuperando quasi 2 milioni di euro di contributi non versati.
Quasi trecento bed & breakfast chiusi in un anno. Sessanta strutture ricettive abusive scoperte dall’inizio del Giubileo 2025, quasi una al giorno. Sono i dati elaborati dalla polizia locale di Roma Capitale da marzo 2024 all’inizio di marzo 2025. A favorire il lavoro dei caschi bianchi della Capitale a caccia di strutture ricettive abusive il reparto specializzato ricostituito lo scorso anno dal comandante generale della municipale Mario De Sclavis. Alberghi, pensioni, affittacamere, case vacanze, ostelli e hotel diffusi della Città Eterna sui quali sono in corso serrati controlli anche da parte della polizia di Stato e dei carabinieri, che come i vigili urbani – su impulso del Viminale – hanno intrapreso una campagna di tolleranza zero contro le strutture irregolari della città.
Seimila strutture controllate in un anno
In particolare in un anno, dall’inizio del marzo del 2024 gli agenti della polizia locale hanno controllato oltre 6.000 strutture ricettive. Il reparto specializzato ripristinato dal comandante in collaborazione con i vari gruppi territoriali ha accertato oltre 1500 violazioni per mancato contributo della tassa di soggiorno. Ma dove sono concentrate? Perlopiù nelle zone del Centro Storico e di Trastevere ma anche a Prati, all’Esquilino e nella zona della stazione Termini, seppur diffuse in tutti i 15 municipi della Capitale. Mancato versamento della tassa di soggiorno ma anche evasioni accertate per circa 330mila euro nei soli primi tre mesi di questo Anno Santo. Nel complesso – sommate a quelle dei dieci mesi del 2024 – si è arrivati a quasi 2 milioni di contributi recuperati grazie ai controlli eseguiti.
Trecento b&b chiusi in un anno
Denaro recuperato ma anche strutture chiuse. Alle circa 250 strutture abusive chiuse negli ultimi dieci mesi dello scorso anno se ne devono aggiungere oltre 30 in questi primi due mesi del 2025, con altrettante strutture in relazione al quali gli accertamenti sono ancora in corso per un totale di oltre trecento. Per ogni irregolarità accertata viene avviata una procedura con segnalazione alla corte dei Conti – soprattutto per mancato versamento della tassa di soggiorno – con i proprietari poi diffidati dagli agenti della municipale e le strutture chiuse – temporaneamente e sino al ripristino delle condizioni di regolarità – con provvedimento del questore di Roma.
CIN e Alloggiati web
Mancato versamento della tassa di soggiorno ed evasione ma anche irregolarità sul cosiddetto CIN (Codice Identificativo Nazionale), obbligatorio da alcuni mesi per le strutture ricettive (comprese quelle destinate ad affitti brevi) al fine di rendere tracciabili gli immobili affittati. Da qui il fenomeno di alberghi, affittacamere, b&b e ostelli fantasmi, molti dei quali abusivi e privi delle misure di sicurezza richieste, anche per quanto concerne l’apposito portale “Alloggiati web”, ovvero l’obbligo dopo il check in di comunicare i dati degli ospiti all’autorità di polizia, sistema che consente di monitorare la presenza di persone sospette e ricercate, per le quali sono in corso carichi penali pendenti. Dal gennaio a marzo 2025 sono state oltre 50 le irregolarità accertate solamente dagli agenti della polizia locale di Roma Capitale.
La lotta alle Key box
Cin, alloggiati web ma anche lotta alle key box, ovvero i lucchettoni spuntati in ogni angolo della città e utilizzati dai gestori di case vacanze e b&b per velocizzare gli accessi di turisti e viaggiatori alle strutture ricettive. Key box a cui Roma Capitale ha dichiarato guerra, dopo che già in passato il fenomeno aveva suscitato dubbi da parte degli albergatori della Città Eterna che lamentavano una carenza di controlli. Da qui le verifiche aumentate esponenzialmente anche alla luce della circolare emanata dal ministero dell’Interno lo scorso 18 novembre che ha come oggetto la “identificazione delle persone ospitate presso strutture ricettive”. Oltre 600 i lucchettoni abusivi trovati e letteralmente tagliati dall’amministrazione comunale. Come predisposto dal Viminale il check in deve essere fatto di persona per evitare “rischi per la collettività”.