“Tra le vittime anche cittadini americani e britannici”, afferma il capo di un’Ong siriana. L’orrore si aggiunge alle altre 12 fosse già scoperte negli scorsi giorni. Sono centinaia di migliaia gli oppositori uccisi o fatti sparire dal regime di Assad
Una fossa comune con almeno 100mila cadaveri è stata scoperta nel distretto siriano di al-Qutaybah, circa 40 chilometri da Damasco. Lo ha reso noto Mouaz Moustafa, presidente del Syrian Emergency Task Force. “Centomila è la stima più prudente del numero di corpi sepolti nel sito. Si tratta di una stima estremamente prudente”, ha sottolineato. Moustafa, intervistato dall’emittente inglese Channel 4 e citato da Reuters, sostiene che tra le vittime, oltre agli oppositori siriani, ci siano anche cittadini statunitensi, britannici e forse di altre nazionalità.
“Corpi scaricati da camion refrigerati”: la macchina di morte di Assad
Il deposto Bashar al-Assad e suo padre Hafez sono accusati di aver ucciso centinaia di migliaia di persone con torture ed esecuzioni sommarie. La fossa di al-Qutaybah si aggiunge alle altre 12 già trovate negli scorsi giorni nel sud del Paese. “Una prova della macchina di morte del regime di Assad”, ha commentato Ugur Umit Ungor, professore di studi sul genocidio all’Università di Amsterdam citato da al-Jazeera.
Negli scorsi giorni i “caschi bianchi” hanno riesumato dalle fosse già emerse alcuni corpi, cosa che è però impossibile nel caso i resti siano completamente nascosti, come nel caso di quella scoperta ad al-Qutaybah.
Secondo la Syrian Emergency Task Force, responsabile del trasporto dei corpi nelle fosse comuni sarebbe il ramo dell’intelligence dell’aeronautica appartenente al regime ormai rovesciato. Mouaz Moustafa ha spiegato che i corpi venivano “raccolti negli ospedali militari e poi inviati a una fossa comune”.
Stando a quanto riferito, anche l’ufficio funebre municipale di Damasco avrebbe preso parte al trasporto dei corpi, “scaricati da autoarticolati refrigerati”. “Abbiamo potuto parlare con le persone che lavoravano a queste fosse comuni scappate dalla Siria o che noi stessi abbiamo aiutato a fuggire”, ha aggiunto il capo di Syrian Emergency Task Force. Rimbalzano intanto sui social le immagini delle migliaia di documenti d’identità trovati nelle fosse comuni finora emerse in Siria, che le famiglie setacciano alla ricerca dei nomi dei propri cari.