La guerra commerciale è iniziata: la Cina risponde a Trump con dazi su carbone e gas. Con l’Europa (per ora) solo prove di forza

04.02.2025
La guerra commerciale è iniziata: la Cina risponde a Trump con dazi su carbone e gas. Con l'Europa (per ora) solo prove di forza
La guerra commerciale è iniziata: la Cina risponde a Trump con dazi su carbone e gas. Con l'Europa (per ora) solo prove di forza

Il presidente americano ha trovato l’accordo con Canada e Messico e le misure sono state posticipate di un mese. Niente intesa invece col presidente cinese Xi Jinping. Contro l’Ue l’ipotesi di import rincarato del 10%

Mediazione con Messico e Canada, scontro aperto con la Cina. E l’Europa attende in vigile attesa cosa accadrà. Eccole le prime conseguenze dell’annuncio del presidente americano Donald Trump di volere imporre dazi sui prodotti di altri Paesi.

Usa e Cina allo scontro: anche Google nella guerra dei dazi

I dazi Usa del 10% sui prodotti cinesi sono entrati in vigore oggi, 4 febbraio, alle 6 ora italiana. Inizialmente si era detto che Trump e il presidente cinese Xi Jinping avrebbero avuto una telefonata per discutere dei dazi, ma il colloquio è slittato. In questo frangente sono scattate le mosse dei due colossi. La rappresaglia della Cina ai dazi imposti dagli Stati Uniti non si è fatta attendere. Il ministero delle Finanze di Pechino ha annunciato tariffe del 15% sulle importazioni di gas naturale liquefatto (Gnl) e di carbone e del 10% sulle importazioni dagli Stati Uniti di petrolio greggio, macchine agricole, veicoli di grandi dimensioni e pick-up. 

Per la Cina i dazi Usa violano “seriamente le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio”, da qui il ricorso al Wto. “La Cina ha presentato un reclamo contro le misure tariffarie statunitensi nell’ambito del meccanismo di risoluzione delle controversie del Wto”, ha riferito il ministero del Commercio in una nota, accusando le azioni degli Stati Uniti di avere una “natura dolosa”.

La Cina non si ferma qui. Ai dazi si aggiunge un’indagine contro Google con l’ipotesi di violazione delle leggi anti monopolio. “Di fronte ai sospetti che Google abbia violato la legge antitrust della Repubblica popolare cinese, l’Amministrazione statale per la regolamentazione dei mercati ha avviato un’indagine su Google in conformità alla legge”, ha affermato l’agenzia in una dichiarazione.

Stop ai dazi Usa-Canada: in cosa consiste l’accordo

Nella notte italiana invece dopo un nuovo colloquio telefonico tra Trump e il presidente canadese Trudeau è stato annunciato il congelamento delle misure. Trump ha firmato la sospensione dei dazi del 25% con il Canada e del 10% per i prodotti energetici fino al 4 marzo a mezzogiorno, ora di Washington. “Ho stabilito – scrive Trump nell’atto ufficiale – che il governo del Canada ha adottato misure immediate volte ad alleviare la crisi dell’immigrazione illegale e della droga. Tuttavia, è necessario altro tempo per valutare se queste misure costituiscano un’azione sufficiente ad alleviare la crisi e risolvere la minaccia insolita e straordinaria oltre il nostro confine settentrionale”. 

“Come presidente, è mia responsabilità garantire la sicurezza di tutti gli americani, e sto facendo proprio questo”, scrive Trump su Truth, spiegando che “il Canada ha accettato di garantire un confine settentrionale sicuro e di porre finalmente fine alla piaga mortale di droghe come il Fentanyl che si sono riversate nel nostro Paese, uccidendo centinaia di migliaia di americani e distruggendo le loro famiglie e comunità in tutto il Paese”.

Ore prima era già stato raggiunto l’accordo con il Messico. Sto ai dazi per un mese dopo che la presidente Claudia Sheinbaum “ha accettato di inviare immediatamente 10.000 soldati al confine con gli Usa” con lo scopo specifico di “fermare il flusso di fentanyl e di migranti illegali” negli Usa. 

L’Ue nel mirino di Trump, ipotesi dazi al 10%

Quanto ai rapporti commerciali con l’Ue, nulla è stato deciso. Nei giorni scorsi Trump aveva annunciato l’intenzione di adottare dazi anche contro il Vecchio Continente. Finora si è trattato di schermaglie, dimostrazioni muscolari per sondare le reazioni. Secondo il Telegraph il tycoon sta prendendo in considerazione l’idea di imporre una tariffa del 10% su tutte le importazioni Ue, graziando forse la Gran Bretagna.

“Non speculeremo” su cosa farà Donald Trump sui dazi, “vorremmo avere un impegno tempestivo con le nostre controparti statunitensi. Siamo pronti a impegnarci e speriamo che si possano evitare dazi che destabilizzerebbero la più importante relazione commerciale e di investimento su questo pianeta, da cui dipendono oltre quattro milioni di persone su entrambe le sponde dell’Atlantico”, ha detto il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, a margine del Consiglio informale Competitività a Varsavia, riferendo di essere in attesa del “completamento del processo di conferma per il segretario al Commercio degli Stati Uniti”. “Se si considerano sia il commercio di beni che quello di servizi, il deficit degli Stati Uniti nei confronti dell’Unione europea è di soli 50 miliardi. Quindi crediamo che attraverso un impegno e una discussione costruttivi possiamo risolvere questo problema – ha spiegato -. Al contempo è però molto chiaro che se saremo colpiti in modo ingiusto o arbitrario, risponderemo con fermezza. È stato confermato molto chiaramente dai leader Ue”.

“L’Italia – dice oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista al Corriere – si impegnerà per fare da ponte tra Usa ed Europa ed evitare i dazi”. Ma il vicepremier assicura che se il presidente degli Usa dovesse andare avanti, l’Italia non sarà impreparata: “Siamo già al lavoro per trovare soluzioni che non mandino in crisi le nostre aziende e il benessere dei nostri cittadini”. Per Tajani “una guerra non serve a nessuno. Nessun’altra economia al mondo è integrata come quella Usa-Ue. Le aziende europee negli Usa impiegano 3,5 milioni di americani”. E sottolinea: “È chiaro che servirà negoziare. E mi sembra proprio che Trump stia dando i primi segnali di volontà di negoziare: guardate al confronto con il Messico, all’intesa che è stata raggiunta ieri”.
 

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