È il primo segnale di flessione dopo tre mesi. I dati su base annuale rimangono positivi, ma potrebbe essere il primo segnale di un’inversione di tendenza
Dopo tre mesi di crescita, l’occupazione in Italia registra i primi segnali di flessione. Secondo le ultime rilevazioni Istat infatti, a settembre il numero degli occupati italiani è diminuito dello 0,3%, ovvero di 63mila unità. Ed è cresciuto parallelamente dello +0,4% il numero di inattivi che segna un incremento di 56mila persone.
Un trend positivo con qualche incrinatura
Rispetto a settembre 2023, gli occupati sono comunque 301mila in più (+1,3%). Nel corso dell’anno sono aumentati i dipendenti permanenti (+331mila) e gli autonomi (+81mila), mentre sono calati i dipendenti a termine (-110mila). Su base mensile, il tasso di occupazione scende invece al 62,1% (-0,1 punti).
Ma i segnali odierni dell’Istat non sono incoraggianti soprattutto per le nuove generazioni. Il tasso di occupazione cala soprattutto tra i giovani (ovvero tra i cittadini al di sotto dei 34 anni), mentre rimane stabile per gli ultracinquantenni. E se il trend su base annuale resta comunque positivo, queste stime potrebbero indicare una prima inversione di tendenza dovuta anche a una congiuntura internazionale non semplice.