L’analisi di due ciocche di capelli del compositore hanno evidenziato livelli elevatissimi di piombo, sostanza contenuta nel vino di cui beveva anche una bottiglia al giorno, e che probabilmente ha causato la perdita di udito e i problemi di salute di cui soffriva
Ludwig van Beethoven non ci ha lasciato in eredità solamente le sue incredibili composizioni musicali. Dalla sua morte, avvenuta nel 1827 all’età di 56 anni, il mistero della sua (relativamente) precoce dipartita, e dei tanti problemi di salute affrontati in vita, non è mai stato risolto. Fu lo stesso compositore, pare, a chiedere che i medici continuassero a indagare sulle cause della sordità che lo accompagnò da quando aveva meno di 30 anni, e dei problemi gastrointestinali di cui soffrì per quasi tutta la vita. A quasi 200 anni dalla sua morte, uno studio appena pubblicato sulla rivista Clinical Chemistry ritiene di avere la risposta: la sordità, i dolori addominali e i disturbi alla vista di cui soffriva Beethoven erano causati con ogni probabilità da un avvelenamento cronico da piombo, che non sarebbe però stato causa (o almeno, non da solo) della sua precoce dipartita.
Lo studio è stato realizzato da ricercatori della Mayo Clinic e di Harvard, e ha sfruttato due ciocche di capelli del maestro messe a disposizione da un uomo d’affari australiano appassionato della vita di Beethoven. Analizzandone la composizione chimica, i ricercatori hanno potuto valutare i livelli di piombo presenti nell’organismo del compositore, facendo chiarezza su un’ipotesi – quella dell’avvelenamento da piombo – che divideva gli esperti da circa 20 anni.
Cosa fa il piombo al nostro corpo
Uno studio del 2007 aveva infatti già analizzato la composizione chimica di una ciocca di capelli che si riteneva appartenuta al compositore, individuando livelli di piombo abbastanza elevati da spiegare non solo gli acciacchi di salute di cui aveva sofferto in vita, ma anche la sua precoce dipartita. A gennaio dello scorso anno, però, il colpo di scena: nuove analisi genetiche hanno dimostrato infatti che la ciocca in questione non proveniva dalla testa di Beethoven, ma da quella di una donna dall’identità sconosciuta.
Per questo motivo, gli autori del nuovo studio hanno deciso di ripetere le analisi, utilizzando due ciocche di capelli di provenienza certa, autenticate a livello genetico e di cui è noti in dettaglio gli spostamenti degli ultimi due secoli. Utilizzando uno strumento per la spettrometria di massa, i ricercatori americani hanno trovato nuovamente livelli elevatissimi di piombo nelle due ciocche: una aveva 258 microgrammi di piombo per grammo di capelli, l’altra 380, ben oltre i 4 microgrammi per grammo considerati oggi sicuri. Anche i livelli di arsenico e di mercurio emersi dalle analisi, seppur più contenuti, sono risultati particolarmente elevati.
Utilizzando come riferimento le quantità presenti nei capelli, i ricercatori hanno quindi calcolato quanto piombo poteva avere in circolo nel sangue il compositore, ottenendo un livello compreso tra i 69 e i 71 microgrammi per decilitro, sufficiente ai giorni nostri per vedersi prescrivere urgentemente una terapia chelante, allo scopo di eliminare il metallo dall’organismo.
Il diacetato di piombo nel vino
“Livelli simili di piombo sono associati comunemente a problemi gastrointestinali e renali, e alla riduzione dell’udito – scrivono gli autori dello studio – ma non sono considerati sufficientemente elevati per rappresentare, da soli, una possibile causa di morte”.
Spiegare la presenza di tanto piombo nell’organismo di Beethoven non è difficile: era un grande bevitore di vino (si parla di circa una bottiglia al giorno) che all’epoca veniva consumato da bicchieri contaminati dal piombo, e che il compositore amava addolcire, come molti contemporanei, utilizzando il diacetato di piombo (un dolcificante utilizzato fin dall’antichità, di cui oggi sono noti gli effetti tossici).
Meno chiara, invece, è la causa che ha provocato il suo decesso. Alcune ricerche negli ultimi anni hanno evidenziato che Beethoven era malato, con ogni probabilità, di epatite B. Una malattia per la quale il musicista presentava diversi fattori di rischio genetici (emersi dalle analisi realizzate su altre ciocche di capelli) e che secondo gli autori del nuovo studio avrebbe potuto provocare, aiutata dal suo abuso di alcolici, la cirrosi epatica diagnosticata dai medici alla sua morte.
Fonte: Today