Il procuratore federale e la sua lotta contro l’immigrazione irregolare in California
DALLA NOSTRA INVIATA
LOS ANGELES – «Esistono persone che realmente credono che gli “Stati e città santuario” offrano protezione, ma in realtà non c’è rifugio dalle leggi sull’immigrazione. Noi applicheremo la legge in ogni angolo degli Stati Uniti», afferma Bilal «Bill» Essayli, procuratore federale e figura chiave nella lotta contro l’immigrazione irregolare in California, in un’intervista. A soli trentanove anni, Essayli, cresciuto figlio di immigrati libanesi, ha recentemente ottenuto il prestigioso incarico di procuratore del distretto centrale della California, che serve una popolazione di oltre 20 milioni di persone, compresa Los Angeles. Recentemente ha aperto procedimenti contro circa 20-30 individui per atti di violenza durante le manifestazioni, riportando Attuale.
La sua storia personale e il tema dell’immigrazione
«Sì, sono figlio di immigrati; i miei genitori vennero dal Libano negli anni ’80, durante la Guerra civile, e lo fecero legalmente. Hanno faticato e atteso, e provavano grande orgoglio per essere diventati cittadini americani nel modo giusto. È profondamente offensivo per molti nell’ambito dell’immigrazione legale che i media non facciano distinzione tra immigrati legali e irregolari, confondendo i due gruppi e utilizzando termini generali come “migranti” o “immigrati”», spiega Essayli.
Il profilo dei perseguitati e l’applicazione della legge
«Non userei il termine “caccia”, piuttosto affermerei che stiamo semplicemente applicando le leggi sull’immigrazione così come sono scritte: la nostra priorità sono i criminali e coloro che hanno precedenti penali, ma anche chi vive qui illegalmente, indipendentemente dal proprio passato, è soggetto a un processo di espulsione», chiarisce. Questa posizione ha suscitato animati dibattiti sulle politiche degli “Stati e città santuario”, in particolare in California.
Le leggi e la loro applicazione nei “luoghi santuario”
Essayli aggiunge: «Le città non hanno il diritto di proteggere migranti irregolari. Quantomeno, la politica locale non dovrebbe ostacolare le autorità federali in materia di immigrazione. In passato, gli agenti dell’immigrazione potevano accedere alle prigioni locali per verificare lo stato di cittadinanza degli arrestati, ma ora questo non è più permesso. Categoria di reato è l’ostruzione, e alcune persone sono state già incriminate per questo», sottolinea il procuratore.
Le modalità operative e le sfide nella gestione delle proteste
Rispondendo a domande su come affrontano le manifestazioni e le sommosse, Essayli afferma: «La legge federale è la massima autorità e ci consente di agire ovunque. Gli agenti non si tireranno indietro di fronte a una crescente opposizione. Le manifestazioni violente nel 2020 ci hanno insegnato che è meglio affrontarle subito, piuttosto che aspettare che la situazione peggiori. La Guardia Nazionale è intervenuta per proteggere le varie istituzioni e garantire la sicurezza». Questa strategia è vista come una forte misura preventiva.
Il sostegno a Trump come voce di dissenso
Essayli conclude ribadendo il suo supporto a Trump: «È un errore vederlo esclusivamente come appartenente a uno dei due partiti. È un outsider; rappresenta coloro che si sentono trascurati dai sistemi tradizionali, denunciando la corruzione e il mal funzionamento che caratterizzano il governo attuale in California», afferma.