Case abbattute, cantieri infiniti, soldi spariti: i miliardi del Superbonus all’estero, ecco chi ci guadagna

11.12.2024
Case abbattute, cantieri infiniti, soldi spariti: i miliardi del Superbonus all'estero, ecco chi ci guadagna
Case abbattute, cantieri infiniti, soldi spariti: i miliardi del Superbonus all'estero, ecco chi ci guadagna

Il bisogno delle aziende di smaltire i crediti incagliati ha creato un mercato parallelo della “disperazione”. Enti finanziari ammassano miliardi di euro e promettono di rivenderli. Giovani universitari, anziane donne plurintestatarie, investitori dall’Est Europa e coop: chi è che sta guadagnando e cosa sta andando storto

Una legge dello Stato ha creato un mercato della disperazione in cui si scambiano miliardi di crediti fiscali del Superbonus. Erano quelli nati dalla promessa di ristrutturare gratis con una detrazione del 110 per cento: chi aveva i lavori in casa poteva trasferire le spese alle imprese costruttrici che poi avrebbero scambiato questo credito con banche e istituti in cambio di liquidità. Il meccanismo sembrava conveniente, ma dopo l’esplosione dei costi per lo Stato il governo Meloni ha bloccato tutto, anche la cessione di questi crediti Superbonus. In migliaia si sono trovati con enormi somme bloccate e ora le imprese non hanno scelta: c’è bisogno della liquidità promessa, a tutti i costi. In questo bisogno qualcuno ci ha visto un’opportunità di guadagno: sono nate società che prendono questi crediti deprezzati per poi “venderli” con l’aiuto di entità finanziarie. Seguendo i miliardi in ballo si arriva all’estero, con protagonisti investitori dall’est Europa, giovani universitari, cooperative e guru della finanza svizzera. Le imprese in attesa della liquidità sperata sono migliaia e nel frattempo la catena dei disagi si allunga fino ai cittadini: cosa sta andando storto?

Le società che “cartolarizzano” i crediti del Superbonus: come funziona

Si chiamano Spv, società veicolo. Di solito nascono con uno scopo preciso, in questo caso per raccogliere i crediti nati dal Superbonus. È successo questo: le imprese edili dovevano smaltire i crediti “incagliati” dalle limitazioni decise dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. I crediti erano la moneta di scambio dei lavori Superbonus. Senza, le imprese non avevano liquidità. Questo bisogno ha dunque creato un mercato con una platea di migliaia di aziende e miliardi di euro da smaltire. Per chi può acquistare i crediti è un’occasione di guadagno. Per le aziende in difficoltà è l’unica speranza di salvare il salvabile.

Così, fiorisce il mercato delle Spv. Secondo i dati della Bce, il picco si è raggiunto nel terzo trimestre del 2023, quando, per la prima volta in decenni queste società hanno superato le mille unità in Italia. La Banca d’Italia ne tiene un elenco aggiornato. Da questo, risulta che la capitale italiana delle Spv è in Veneto: solo a Conegliano, provincia di Treviso, ce ne sono 285. Ne vedremo alcune in dettaglio.

In finanza, il meccanismo viene definito “cartolarizzazione”: le Spv incassano i crediti fiscali delle aziende e li ammassano in pacchetti da piazzare sul mercato.Come si “cartolarizzano” i crediti Superbonus e chi ci guadagna: un esempio

Queste masse di crediti vengono poi quotate da entità finanziarie sotto forma di obbligazioni. Il ricavato va a finanziare tutta la catena, da chi colloca l’obbligazione alle Spv, fino alle imprese, che ottengono la sperata liquidità. Finora, non è andata bene.  

Universitari, wedding planner, cooperative: chi accetta i crediti incagliati al posto delle banche

Così, il bisogno di liquidità delle imprese ha creato un mercato e opportunità legittime di guadagno. Dopo che le banche si sono defilate dall’acquisto dei crediti Superbonus ci hanno provato le Spv. I profili sono i più disparati e c’è chi è arrivato ad ammassare anche miliardi di euro in crediti fiscali. In certi casi qualcuno è sparito coi soldi delle commissioni, in altri, come vedremo, il guadagno deve ancora concretizzarsi.

Abbiamo fatto delle ricerche in Gazzetta ufficiale per avere idea delle cifre e di chi c’è dietro. Non parliamo di volti noti della finanza, anzi. È il caso di Francesco Edoardo Barzago, 23 anni, studente di economia all’università degli studi di Bergamo. 

Foto di Eedoardo Francesco Barzago, che ha investito sulle Spv per cartolarizzare i crediti Superbonus
Una foto di Eedoardo Francesco Barzago (LinkedIn)

Ha fondato cinque Spv, ma in Gazzetta Ufficiale abbiamo trovato traccia di “soli” tre annunci per le sue “Pietra Grezza Spv” e “Pietradangolo Spv”, che da oltre 200 imprese hanno ricevuto crediti per 2,4 miliardi di euro.

Ccessione dei crediti Superbonus alle Spv Pietradangolo e Pietregrezza in Gazzetta Ufficiale
In Gazzetta Ufficiale le cessioni dei crediti alle Spv Pietradangolo e Pietregrezza da oltre 2,4 miliardi di euro

Questo nuovo mercato ha richiamato imprenditori anche dall’est Europa. La Italy Lux finance Spv, ad esempio, con amministratrice unica Yulia Prokofyeva, russa nata a Mosca. Il contratto di cessione firmato con una dozzina di aziende vale oltre 127 milioni di euro. Insieme al cremonese Luca Chittò, Prokofyeva ha anche organizzato eventi e matrimoni con il “Garda Lake Wedding”, marchio registrato di proprietà di ESWAgency, oltre ad aver promosso prodotti Made in Italy in Russia.

Foto di Yulia Prokofyeva su Instagram
Yulia Prokofyeva (jprokofyeva / Instagram)

Arriva invece da Pernik, Bulgaria, Mihail Evlogiev. Classe 1964, ha fondato a Roma la Spv Finance con cui ha preso in carico crediti Superbonus per oltre 1,7 miliardi di euro da circa quaranta aziende. 

Cessione dei crediti Superbonus alla Spv Finance in Gazzetta ufficiale
La cessione alla Spv Finance in Gazzetta Ufficiale: crediti per 1,7 miliardi di euro

Tornando in Italia, la Icaro Spv ha ottenuto contratti per oltre un miliardo di euro di crediti. L’amministratore unico è Alberto Garretto, attivo nel settore dell’accoglienza dei migranti con la sua cooperativa “L’angolo”, a Modena. La Spv di Garretto ha anche presentato un’offerta per acquisire il ramo costruzioni di Cmc Ravenna, nota azienda del settore edile con commesse in tutto il mondo e presente in Eurolink, consorzio incaricato di costruire il ponte sullo Stretto di Messina.

Curiosità: allo stesso indirizzo, via Guelfa 9 a Bologna, hanno sede legale più Spv: quelle dello studente universitario, Edoardo Francesco Barzago, la Icaro Spv di Garretto e la Gesti Service Italia Spv. Di quest’ultima l’amministratore unico è Alfonso Gerardo Galasso, presente con lo stesso ruolo in un’omonima azienda in provincia di Avellino che si occupa di recupero crediti nei condomini: ha stipulato acquisto crediti per 270,8 milioni di euro. 

Sempre in provincia di Avellino è nata una donna di 77 anni, ora residente ad Agrate Brianza, Maria Vivenzio. A lei è riconducibile la Castione e le sue altre “versioni”. In Gazzetta Ufficiale ci sono cessioni per oltre 3 miliardi di euro tramite Castione Spv, Castione 2 e Castione 3. Di questi, 1,7 miliardi sono stati “girati” dalla Spv Finance di Evlogiev. In totale, intestate alla signora ci sono nove Spv. Dalla Castione sottolineano che Vivenzio ha un “grande curriculum e comprovata esperienza settore”.

Tra le altre società rintracciate in Gazzetta Ufficiale ci sono le Spv “Cre-di” riconducibili al consulente Marco Pieri (1,8 miliardi di euro), la Ventitré Spv del cagliaritano Giovanni Sanna (444 milioni di euro), oggi con amministratore Pieralberto Felettig e Luxinvest Spv (128 milioni di euro) di Francesco Storniolo, costruttore siciliano di Barcellona Pozzo di Gotto. 

Arriviamo al conto: migliaia di aziende coinvolte per circa 8 miliardi di euro di crediti ceduti. Dalle informazioni in possesso di Today.it, chi ha applicato commissioni ha chiesto 2.500 euro ogni milione di euro ricevuto. La percentuale poteva oscillare tra lo 0,2 e lo 0,4 per cento sul totale dei crediti ceduti. Esempio: su una singola cessione da 20 milioni di euro la commissione della Spv potrebbe oscillare tra 20.000 e 50.000 euro. Accorpando le cessioni, come fanno le Spv, è facile che le commissioni raggiungano dimensioni milionarie. Tutto questo è successo tra fine 2023 e inizio 2024: la promessa era di piazzare i crediti sul mercato e, col ricavato, finanziare la liquidità delle imprese cedenti a partire dal 2025. Ma qualcosa si è inceppato.

Perché i crediti del Superbonus finiscono in Irlanda passando per la Svizzera

Molte delle Spv menzionate hanno aperto succursali in Irlanda. Fonti del settore spiegano che questo è servito a ottenere autorizzazioni dalla Banca d’Irlanda per poter emettere le obbligazioni sul mercato. L’indirizzo di queste “copie” irlandesi delle Spv italiane è lo stesso: cappella di Saint Mary, conosciuta come “The Black Church”, a Dublino. Una chiesa protestante. In realtà, accanto c’è uno spazio di coworking che offre servizi per le aziende, è più probabile la sede sia quella.

Sede delle Spv in Irlanda: la Black church di Dublino
Sede delle Spv in Irlanda: la Black church di Dublino (Google Maps)

Da più di un anno le imprese italiane che hanno ceduto i crediti sono in attesa. Della fase finale si sta occupando ISwiss Deposit, azienda di servizi finanziari registrata in forma anonima in Svizzera, con sede a Saint Moritz presso un avvocato. Il Ceo è Christopher Aleo, di origini italiane. A inizio 2024 Aleo dichiarava di aver piazzato sul mercato crediti derivanti dal Superbonus per 3 miliardi di euro con l’obbiettivo di “raggiungere gli 11 miliardi di titoli emessi e collocati nel prossimo bimestre”.

Ma secondo le testimonianze raccolte e dalle verifiche fatte sui mercati il collocamento non c’è. Per le aziende che hanno ceduto i crediti con la promessa di liquidità è un problema. Il sito di ISwiss non è raggiungibile e dopo aver contattato l’azienda agli indirizzi indicati non abbiamo ricevuto risposta alle richieste di commento.

“C’è chi ha abbattuto case”: i problemi per le aziende che aspettano

Per le imprese edilizie che hanno ceduto i crediti è vitale avere indietro la loro liquidità. Nella maggior parte dei casi si tratta di lavori che hanno maturato crediti superiori al milione di euro. Dalle testimonianze raccolte da Today.it, i casi più complessi riguardano le cessioni dei contratti di credito, ossia degli impegni sulla cessione dei crediti ancora da maturare su cantieri in partenza o da completare. “Addirittura è stato promesso di finanziare i cantieri futuri: è un po’ come se si cartolarizzasse la produzione futura del Parmigiano Reggiano”, ci dice una fonte del settore.

“Il problema grosso – ci spiega un imprenditore edile -, è che i soldi che dovevano darci in acconto sui lavori non ce li hanno mai dati. Intanto noi abbiamo iniziato i cantieri e li abbiamo portati a termine indebitandoci”. Altre testimonianze raccolte da Today.it raccontano addirittura di cantieri iniziati con demolizioni, con edifici che non si possono ricostruire perché manca la liquidità. A tutto ciò si aggiungono licenziamenti del personale o fallimenti.  

Commenti su Facebook che chiedono aggiornamenti sulle Spv
I commenti sui gruppi Facebook

A marzo 2024 l’operazione veniva definita imminente. Gli ultimi aggiornamenti dicono che la quotazione dei bond avverrà a dicembre 2024 per poter così pagare le imprese nel 2025.

Lascia un commento

Your email address will not be published.