Campi Flegrei: il super vulcano che minaccia Napoli, 72 ore per mettersi in salvo

13.03.2025
Campi Flegrei: il super vulcano che minaccia Napoli, 72 ore per mettersi in salvo
Campi Flegrei: il super vulcano che minaccia Napoli, 72 ore per mettersi in salvo

Il sistema di origine vulcanica situato sotto il capoluogo campano è composto da numerosi crateri e si estende in un’area vasta 12x15km. Per le sue dimensioni e per la potenza delle eruzioni avvenute in passato, viene considerato dagli esperti un “super vulcano”

I Campi Flegrei continuano a far tremare Napoli. Dopo la scossa di magnitudo 4.4 registrata nella mattina di oggi, giovedì 13 marzo, l’attenzione è tornata altissima sul sistema vulcanico che minaccia il capoluogo campano.

Cosa sono i Campi Flegrei

I Campi Flegrei, dal greco letteralmente “campi ardenti o “campi in fiamme”, sono un’area vulcanica molto vasta situata sotto la città di Napoli, attiva da oltre 80mila anni. Il sistema vulcanico è composto da una “rete” di circa 40 centri vulcanici, che comprende i comuni di Bacoli, Giugliano, Monte di Procida, la parte occidentale di Napoli, Pozzuoli e Quarto oltre a estendersi in mare nel Golfo di Pozzuoli. Per estensione e per la potenza delle eruzioni avvenute in passato, i Campi Flegrei vengono considerati un “super vulcano”.

Il sistema di crateri dei Campi Flegrei nell'area metropolitana di Napoli (Google Earth)
Il sistema di crateri dei Campi Flegrei nell’area metropolitana di Napoli (Google Earth)

Il sistema vulcanico flegreo è caratterizzato da una grande complessità perché si tratta di una caldera, ossia un’ampia depressione di origine vulcanica in cui sono presenti numerosi crateri. I Campi Flegrei, a differenza del Vesuvio che è formato da un cono unico e visibile, sono una vasta area di origine vulcanica, ampia circa 12x15km, fatta di colline, in cui non si ha immediata percezione del rischio.

I rischi e i tempi di evacuazione

Secondo gli esperti, lo sciame sismico che interessa i Campi Flegrei può evolversi in due direzioni: se si tratta di un fenomeno di bradisismo, il periodico innalzamento e abbassamento del suolo, le scosse termineranno quando i gas vulcanici che lo alimentano esauriranno la loro pressione: nel 1969 durò fino al 1972 e nel 1982 fino al 1984. Se si tratta invece di segnali premonitori di una futura eruzione, l’allarme potrebbe durare più a lungo.  L’ultima eruzione risale al 1538, una data persa nel tempo e lontana dalla memoria dei cittadini. Ad essere esposti  al rischio sono circa 500mila abitanti della zona rossa e 840mila della zona gialla. 

Le zone rossa e gialla intorno ai Campi Flegrei (Ingv)
Le zone rossa e gialla intorno ai Campi Flegrei (Ingv)

I Comuni in zona rossa sono sette: Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto; parte dei Comuni di Giugliano in Campania, di Marano di Napoli e alcune municipalità del Comune di Napoli. Cosa fare in caso di pericolo? Secondo quanto previsto nel piano della protezione civile, “alla dichiarazione dell’allarme tutta la popolazione deve abbandonare la zona rossa e può scegliere di farlo in modo autonomo o assistito”. Come spiegato anche in passato in un nostro approfondimento, il tempo complessivo stimato per questa operazione è di 72 ore. Tre giorni suddivisi in questo modo: le prime 12 ore per permettere alle persone di prepararsi e per predisporre le necessarie misure di regolazione del traffico; le successive 48 ore per la partenza contemporanea ma cadenzata della popolazione da tutti i comuni della zona rossa, secondo un cronoprogramma definito dai piani comunali; le ultime 12 ore, come margine di sicurezza, per la gestione di eventuali criticità e per consentire l’allontanamento degli operatori e dei soccorritori della protezione civile.

Lascia un commento

Your email address will not be published.