Chi è e cosa fa il “ministro degli Esteri” dell’Ue (che in Italia pochi conoscono)

31.05.2024
Chi è e cosa fa il "ministro degli Esteri" dell'Ue (che in Italia pochi conoscono)
Chi è e cosa fa il "ministro degli Esteri" dell'Ue (che in Italia pochi conoscono)

Come si prendono le decisioni nel Consiglio Ue Affari Esteri? Chi nomina i capo della diplomazia comunitaria e che ruolo ha?

La politica estera dell’Unione europea è uno degli ambiti più complessi di questa già di per sé complessa istituzione. Questo perché a differenza di altri campi della politica comunitaria, questa deve essere decisa all’unanimità. E unanimità significa che di fatto ogni Stato ha il potere di veto, il che rende spesso complicatissimo trovare il consenso su una decisione o su una semplice dichiarazione. Lo si è visto con le sanzioni alla Russia, più volte ostacolate o rallentate dall’Ungheria, ma anche da altre nazioni che non volevano che fossero toccati ambiti che potevano mettere in difficoltà la propria economia.

Il luogo in cui vengono prese le decisioni di politica Estera è ovviamente il Consiglio Ue Affari esteri, una formazione del consesso che riunisce i ministri dei 27 Paesi membri che è però diversa dagli altri. Questo perché se normalmente la presidenza del Consiglio Ue viene condivisa da tutti gli Stati, che si alternano alla guida per sei mesi ciascuno a rotazione, in questo caso c’è una presidenza fissa che è affidata all’Alto rappresentante (il lunghissimo titolo ufficiale è Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza), che al momento è il socialista spagnolo Josep Borrell. Il capo della diplomazia comunitaria viene scelto dal Consiglio europeo, quindi dai 27 capi di Stato e di governo, ed è di diritto anche vicepresidente della Commissione europea.

Il suo ruolo è quello di rappresentare l’Ue sullo scacchiere mondiale, di essere la voce dell’Europa nel mondo, ma il suo compito più complicato è quello di fare una mediazione e trovare una sintesi tra le posizioni dei Ventisette, per raggiungere quella necessaria, ma spesso difficilissima, unanimità che serve per prendere decisioni ufficiali. A volte l’Alto rappresentante può andare però oltre il suo ruolo di semplice mediatore, e provare a tirare l’Europa in una direzione o nell’altra. Lo si è visto ad esempio con la guerra a Gaza, con Borrell che è stato da sempre molto più vocale e netto nel criticare la risposta di Israele, reputandola sproporzionata per l’alto numero di vittime civili che stava mietendo, mentre sul punto un consenso per una dichiarazione comune (e quindi per una posizione ufficiale dell’Ue), è stato trovato con estrema difficoltà e incredibili giri di parole.

Oltre al classico formato Esteri, questo Consiglio si riunisce anche nella formazione Difesa, quindi con i 27 ministri della Difesa, e Sviluppo (nel senso di cooperazione allo Sviluppo), sempre sotto la presidenza dell’Alto rappresentante. L’ultima formazione in cui si riunisce è quella Commercio, quella che si occupa della politica commerciale comune, degli accordi di libero scambio con altre nazioni, come il Ceta con il Canada. In quel caso però ricade sotto la presidenza di turno e non sotto l’Alto rappresentante.

Dal punto di vista storico la figura dell’Alto rappresentante, con il ruolo che ha adesso, è relativamente recente. Il primo Alto rappresentante è stato dal 1999 al 2009 lo spagnolo Javier Solana, ex Segretario generale della Nato, in quella che fu una scelta anche simbolica. I poteri del capo della diplomazia però aumentarono proprio nel 2009, con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, e a ricoprire per la prima volta la carica “potenziata”, fu la britannica Catherine Ashton, a cui è succeduta poi l’italiana Federica Mogherini e ora Borrell.

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