Chi sono i 48 ostaggi israeliani in mano a Hamas e quali sono le loro condizioni

09.10.2025 09:05
Chi sono i 48 ostaggi israeliani in mano a Hamas e quali sono le loro condizioni

Ostaggi di Hamas: l’angoscia delle famiglie cresce dopo gli attacchi del 7 ottobre

DALLA NOSTRA INVIATA
GERUSALEMME – Dopo il violento attacco di Hamas il 7 ottobre, i morti sono stati oltre 1.200 e 251 persone sono state portate nella Striscia di Gaza come ostaggi. Tra questi, Bar Kuperstein, 23 anni, che ha inviato un ultimo messaggio al suo amico Tesler chiedendo di prendersi cura della sua famiglia nel caso gli fosse accaduto qualcosa. Attualmente, Bar è uno dei 48 ostaggi ancora nelle mani di Hamas, riporta Attuale.

Studi scientifici sui resti umani e informazioni di intelligence hanno confermato che tra i rapiti potrebbero esserci ancora tra i 20 e i 22 vivi, mentre per gli altri non ci sono speranze. Hadar Goldin, un ufficiale israeliano, non è stato rapito quel giorno, poiché il suo corpo è nelle mani di Hamas dal 2014, scoprendo una rete di tunnel sotto Gaza simile a una città. Le speranze ora si concentrano su chi può essere ancora in vita.

I racconti degli ostaggi liberati descrivono un quadro terribile delle condizioni a cui sono sottoposti. Nimrod Cohen, 21 anni, è stato torturato e rinchiuso in una gabbia, soffrendo di malattie della pelle a causa delle condizioni igieniche nei tunnel. Alon Ohel, 24 anni, è stato recentemente filmato; i suoi genitori hanno notato cambiamenti nei suoi occhi a causa dei ferimenti subiti durante il rifugio da attacchi terroristici.

La situazione è altrettanto drammatica per altri ostaggi come Avinatan Or, 32 anni, e i gemelli Gali e Ziv Berman, 27 anni, che potrebbero trovarsi nello stesso tratto di tunnel. Gli israeliani rimangono sospesi nell’ansia, chiedendosi se i loro cari, come David, Guy, Maksim e Matan, torneranno a casa. “Finché non torneranno tutti a casa, i nostri cuori saranno ostaggio laggiù, assieme a loro”, è il messaggio di attesa e disperazione delle famiglie. L’intera nazione è in lutto e cerca una luce nella tempesta che ha colpito le loro vite dal 7 ottobre.

1 Comments

  1. È veramente straziante pensare a quelle famiglie che soffrono per l’assenza dei loro cari. Non riesco a immaginare l’angoscia di non sapere se torneranno. Che orrore vivere in una situazione del genere… Le guerre dovrebbero finire, non cominciare. La vita è troppo breve per tanta sofferenza.

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