L’attacco alla cittadina di Majdal Shams, nelle Alture del Golan, potrebbe portare a un’estensione del conflitto in Libano, ma la maggior parte della comunità locale non si sente rappresentata da Tel Aviv
Una guerra aperta tra Israele e Libano sembra sempre più probabile, dopo che un razzo ha colpito un campo di calcio della cittadina di Majdal Shams, nelle Alture del Golan occupate da Israele, uccidendo 12 persone, tutti bambini e giovani, e ferendone altri 30. Israele ha accusato Hezbollah per l’attacco, avvenuto sabato scorso (27 luglio), ma il gruppo islamico libanese nega la responsabilità.
Si è trattato dell’attacco più letale in Israele o nei territori confinati da quando l’assalto di Hamas del 7 ottobre ha scatenato la guerra a Gaza. L’esercito di Tel Aviv ha dichiarato che il bilancio dei civili uccisi negli attacchi di Hezbollah è salito a 23 da ottobre, insieme ad almeno 17 soldati. Il gabinetto di sicurezza israeliano ha autorizzato ieri il governo di Benjamin Netanyahu a decidere le “modalità e i tempi” della risposta.
Le Alture del Golan
Sul luogo della tragedia migliaia di persone si sono riunite per i funerali delle vittime. Quello di Majdal Shams è un villaggio druso che si trova sulle Alture del Golan, un altopiano di 1.200 chilometri quadrati, un territorio siriano che Israele ha occupato nel 1967 dopo la Guerra dei Sei Giorni, prima di annetterlo nel 1981, con una mossa condannata all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e non riconosciuta da gran parte della comunità internazionale.
Si tratta di una regione strategica al crocevia di tre Paesi: Siria, Libano e Israele. Molti residenti nel territorio sono drusi siriani, alcuni dei quali hanno la cittadinanza israeliana. I membri della fede drusa, che è imparentata con l’Islam, il Cristianesimo e l’Ebraismo, costituiscono più della metà dei 40mila abitanti delle alture del Golan.
I drusi
Considerati eretici dai musulmani, i drusi sono una comunità piccola ma molto compatta, che difficilmente si mescola alle altre comunità, i matrimoni misti sono rarissimi e agli estranei non è permesso convertirsi alla loro religione. I drusi sono organizzati per clan e famiglie, con rivalità anche molto accese a livello locale ma con un senso di appartenenza comune transnazionale, e hanno anche una propria bandiera a strisce di cinque colori: verde, rosso, giallo, blu e bianco.
I drusi del Golan non hanno intenzione di tornare sotto il controllo siriano, ma neanche si sentono israeliani, sono pochi quelli che chiedono la nazionalità dello Stato ebraico. Sono l’unica comunità non tenuta a servire l’esercito, a differenza dei beduini del Neghev e dei drusi della Galilea, e sono pochissimi quelli che si arruolano spontaneamente.
Proteste contro il governo
Non è un caso che nonostante la rabbia per l’attacco, i drusi abbiano respinto la presenza ai funerali delle vittime da parte di rappresentanti del governo israeliano. Video trasmessi dai media israeliani mostrano i partecipanti al funerale che protestavano per la presenza di ministri di Tel Aviv, tra cui l’estremista di estrema destra e rappresentante dei coloni Bezalel Smotrich. “Vattene da qui, criminale. Non ti vogliamo nel Golan”, gli gridano alcune persone.
Un’accoglienza simile hanno ricevuto altri rappresentanti dell’esecutivo. Come riporta il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, il Forum delle autorità druse ha inviato una lettera ai ministri del governo israeliano chiedendo loro di non partecipare al funerale. “Non venite. Data la delicatezza della situazione, chiediamo di non trasformare questo massacro in un evento politico. Chiediamo un funerale religioso tranquillo, secondo le usanze druse”, si legge nella lettera.
L’occupazione
A Majdal Shams vivono circa 10mila persone. È il più grande dei quattro villaggi rimasti dopo l’espulsione di 130mila abitanti arabi drusi, avvenuta quando Israele si impadronì delle Alture del Golan dalla Siria nel 1967. Il resto del Golan è occupato da 33 insediamenti di soli ebrei, considerati illegali dal diritto internazionale. I drusi della Galilea e a quelli della regione di Haifa hanno ricevuto automaticamente la cittadinanza israeliana nel 1948.
Dopo l’annessione del 1981 anche a quelli delle Alture del Golan è stata offerta la piena cittadinanza, ma la maggior parte ha rifiutato la cittadinanza israeliana e ha mantenuto quella siriana, venendo trattata come residente permanente in Israele. Secondo alcune stime il numero totale dei drusi nel mondo è compreso tra gli 800mila e il milione, con la stragrande maggioranza che vive tra Siria, Libano, Israele e Giordania.