Improvviso cedimento a CityLife: un’inchiesta è aperta per chiarire le cause
di Simona Ballatore e Nicola Palma
MILANO – All’alba, la ragnatela tridimensionale di tubi e nodi si è parzialmente ripiegata su se stessa. Un cedimento meccanico improvviso ha innescato un effetto domino, facendo crollare una delle maxi insegne della Generali. La struttura, priva di sostegni che ne sostenessero il pesante tonnellaggio, è crollata da un’altezza di 192 metri, atterrando sulla parte esterna del tetto di uno dei tre grattacieli che caratterizzano CityLife. Si tratta di un gigantesco collage di pannelli rossi, esteso per 15 metri per 75, che è posizionato in cima al grattacielo “Lo Storto”, progettato dall’architetto Zaha Hadid, inaugurato nel 2019 e sede degli uffici milanesi della compagnia di assicurazioni. «Abbiamo avvertito un forte boato», raccontano i cuochi del ristorante Da Vittorio e le guardie giurate che vigilano sul complesso residenziale, realizzato sulle macerie della Fiera.
Il fragore ha interrotto il silenzio di una Milano ancora immersa nel sonno. Fortunatamente, il peggio è stato evitato: sebbene ci fosse il timore che la struttura potesse crollare completamente, si è subito accertato che anche nel caso di un distacco totale, sarebbe rimasta sospesa. In ogni caso, l’allerta è scattata immediatamente, provocando una reazione altrettanto tempestiva da parte dei vigili del fuoco e della polizia locale. L’area sottostante, la piazza centrale all’ombra del palazzo della Generali (interdetta ai duemila dipendenti che lavorano in smart working) e dei due edifici gemelli ‘Il Dritto’ di Allianz e ‘Il Curvo’ di Pwc, è stata transennata. Per motivi precauzionali, il centro commerciale e la fermata Tre Torri della M5 sono rimasti chiusi.
La domanda più frequente sin dai primi attimi è stata: perché è successo? Per rispondere a questo interrogativo, la Procura ha avviato un’inchiesta per crollo colposo, con l’intento di effettuare approfonditi accertamenti tecnici. Nelle ore immediatamente precedenti al cedimento, non è stato registrato alcun vento forte. Tuttavia, si devono considerare le temperature elevate che da giorni affliggono la metropoli: potrebbe essere stata questa una causa? Sebbene sia prematuro formulare conclusioni definitive, il tema del cambiamento climatico e delle sue conseguenze potrebbe rivelarsi più che un semplice spunto di riflessione. «La struttura è totalmente esposta ai raggi del sole», osserva Gianpaolo Rosati, professore di Tecnica delle costruzioni al Politecnico. «Col movimento solare, alcune aree rimangono in ombra mentre altre si riscaldano fino a 70 gradi, mentre altre arrivano a 30. Gli elementi strutturali sono sottoposti a tensioni e compressioni; se non sono liberi di muoversi, come nel caso attuale, queste sollecitazioni possono creare problemi».
In attesa dei risultati delle indagini, si sta lavorando per far tornare CityLife alla normalità quanto prima. L’intervento di messa in sicurezza dell’insegna e dell’area circostante, per prevenire eventuali eventi atmosferici avversi, è stato completato in serata dagli specialisti del Nucleo speleo-alpino-fluviale dei vigili del fuoco e dai tecnici di una ditta specializzata: sono stati installati tiranti e puntelli per stabilizzare la struttura. Tuttavia, per riaprire la piazza e il centro commerciale, sarà necessario attendere alcuni giorni, fino a quando il piano d’azione elaborato dagli strutturisti garantirà un livello di sicurezza appropriato. Successivamente, si entrerà nella fase tre, che potrebbe prevedere lo smontaggio della struttura. Attuale.