Class action delle vittime contro Facebook per i casi “Mia moglie” e “Phica” a Milano

29.08.2025 16:55
Class action delle vittime contro Facebook per i casi "Mia moglie" e "Phica" a Milano

Milano, 29 agosto 2025 – A 24 ore dalla chiusura del sito Phica, attivo da anni nonostante numerose segnalazioni, e a una settimana dall’emergere del caso “Mia moglie”, il gruppo Facebook in cui migliaia di uomini condividevano foto intime di mogli e compagne senza consenso, si delinea la possibilità di una class action da parte delle vittime., riporta Attuale.

L’avvocato Annamaria Bernardini de Pace, specializzata in diritti di famiglia, ha dichiarato: “Tutte le donne che sono state ferite con violenza nella loro identità femminile possono partecipare a questa class action contro le piattaforme sessiste, e noi chiederemo un risarcimento danni per loro a carico di Facebook”, in particolare per quanto riguarda il gruppo ‘Mia moglie’, dove venivano diffuse immagini di mogli e compagne senza il loro consenso.

Bernardini de Pace sta valutando anche la situazione del sito Phica.eu, con l’idea di intraprendere azioni civili di risarcimento e penali. Questo gesto è cruciale, poiché molte vittime di tali atti spesso rinunciano a azioni legali per paura, per sentirsi sole o per i costi legali.

Il caso di “Mia moglie”

Il gruppo Facebook “Mia moglie” vantava oltre 31mila iscritti, per lo più nascosti dietro nickname. Dopo la denuncia alla Polizia postale e la reazione di alcune vittime che hanno fatto esplodere lo scandalo online, Meta ha deciso di rimuovere il gruppo “per violazione delle nostre policy contro lo sfruttamento sessuale di adulti”. È importante notare che non sono state solo le denunce alla Polizia a portare alla chiusura; la scrittrice e sceneggiatrice Carolina Capria, attraverso il suo profilo Instagram ‘lhascrittounafemmina’, è stata la prima a sollevare il caso, innescando una valanga di commenti indignati e critiche.

Il caso di Phica

Il sito Phica.eu esisteva online da almeno dieci anni ed era un portale esplicitamente pornografico, dove centinaia di donne, anche famose, si sono trovate esposte senza il loro consenso. Tra le personalità coinvolte ci sono la presidente Giorgia Meloni, attrici, politiche, modelle, cantanti, giornaliste, conduttrici, influencer, calciatrici e campionesse olimpiche. Le foto venivano anche modificate per denudarle, accompagnate da commenti spesso sessisti o violenti.

Il 28 agosto, il sito ha chiuso i battenti con una dichiarazione che non scusa le responsabilità dei gestori: “Phica è nata come piattaforma di discussione e condivisione personale, con uno spazio dedicato a chi desiderava certificarsi e condividere i propri contenuti in un ambiente sicuro. Purtroppo, come avviene in ogni social network, ci sono sempre individui che abusano delle piattaforme, danneggiandone l’intento originario. Questo è accaduto su Facebook, nei gruppi Telegram, ed è successo anche qui.”

1 Comments

  1. Cosa sta succedendo al mondo? È allucinante che ci siano ancora posti come Phica in circolazione… queste donne meriterebbero giustizia e rispetto, non di essere ridicolizzate o sfruttate! È ora di dire basta a queste violenze online, sono una vergogna per la nostra società. Non si può restare in silenzio!

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