Coloni israeliani entrano in casa di un agricoltore palestinese a Umm Darit, intensificando le tensioni a Hebron

24.09.2025 12:35
Coloni israeliani entrano in casa di un agricoltore palestinese a Umm Darit, intensificando le tensioni a Hebron

Incursione di Coloni Israeli a Umm Darit: Un’Intimidazione Continua nei Territori Occupati

Martedì 23 settembre, alle 15:30, un gruppo di quattro coloni israeliani della colonia di Avigail ha fatto irruzione nel terreno e nella casa di Mohammed Jabarin, un agricoltore palestinese di cinquant’anni, padre di cinque figli. La casa, situata su una collina vicino a Hebron, si trova nel territorio di Umm Darit, parte della comunità di Masafer Yatta, una frangia di dodici villaggi palestinesi circondata da colonie israeliane, come riporta Attuale.

Tra i coloni c’erano due adulti armati di fucili d’assalto e due adolescenti. L’invasione della casa rappresenta un modus operandi abituale da parte dei coloni, mirato a intimidire i palestinesi e provocare un’escalation di tensioni. Se uno degli abitanti avesse osato reagire, il colono avrebbe potuto rispondere con violenza, mentre la polizia tende a schierarsi dalla parte dei coloni. Durante l’incursione, i coloni hanno continuato per un’ora a muoversi liberamente nella casa. Uno di loro ha ripreso le scene con il cellulare, mentre Jabarin, per proteggersi, ha filmato l’episodio attraverso dieci telecamere installate nei pressi della sua abitazione.

Le dieci telecamere rappresentano un elemento inusuale nel contesto: la casa di Mohammed è in cemento grezzo e si raggiunge scendendo una scala dissestata. Malgrado le condizioni, la sorveglianza videoregistrata è una strategia di difesa adottata dai palestinesi per constrastare le aggressioni. La famiglia di Mohammed vive in condizioni precarie, circondata da attività ostili da parte dei coloni.

Un gruppo di attivisti israeliani, impegnato a difendere i palestinesi, si è presentato subito dopo, cercando di impedire ai coloni di muoversi attorno alla proprietà. Anche loro hanno registrato l’accaduto con i loro dispositivi, consapevoli che il materiale videografico potrebbe rivelarsi determinante in futura documentazione legale.

Il panorama delle violenze contro i palestinesi da parte dei coloni è aggravato dalla percezione di impunità garantita dalle autorità israeliane, come evidenziato da un’inchiesta del New York Times pubblicata nel maggio 2024. I palestinesi, assoggettati alla legge militare, subiscono processi in contesti che non favoriscono il rispetto dei loro diritti.

Una delle figure chiave durante l’incursione è Benyamin Bodenheimer, conosciuto come Budi, capo della sicurezza nella colonia di Avigail. Bodenheimer è noto per aver condotto precedenti incursioni per la colonizzazione di terre palestinesi. L’aggressione nei confronti del padre e del figlio di un agricoltore, Saeed Rabaa, avvenuta il 17 aprile scorso, ha comportato gravi conseguenze, incluso un’amputazione per Rabaa.

I coloni hanno giustificato l’incursione dicendo che una ragazza palestinese era entrata nella loro proprietà, sostenendo così che la loro azione fosse una risposta legittima. Tuttavia, i testimoni hanno confermato che la ragazza stava semplicemente raccogliendo fichi sul suo terreno. La polizia, dopo aver osservato le registrazioni, ha deciso di non procedere con alcun arresto.

Il fenomeno delle aggressioni da parte dei coloni è difficile da monitorare a livello internazionale, poiché raramente riceve copertura mediatica. Dalla violenza quotidiana nei Territori Occupati ai bombardamenti nella Striscia di Gaza, la realtà palestinese è messa in ombra. Tuttavia, le aggressioni continuative dei coloni hanno conseguenze devastanti, costringendo i palestinesi a lasciare le loro terre e minando così la possibilità di uno stato palestinese.

Dal 7 ottobre 2023, data degli attacchi di Hamas, la violenza dei coloni è aumentata in modo esponenziale. Le incursioni sono orchestrate non solo per acquisire territorio, ma per creare una situazione irreversibile e consolidare il controllo israeliano sui territori palestinesi.

Vi è consenso tra testimoni palestinesi e israeliani sulla complicità tra coloni e militari, spesso gli stessi individui si alternano nei ruoli di aggressori e “difensori”. La situazione attuale rappresenta una chiara evidenza della crisi di giustizia e diritti umani che permea i Territori Occupati.

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