Nuovo Protocollo d’Intesa per l’Ingressi di Rifugiati in Italia
ROMA – Oggi, 27 giugno, è stato stipulato un importante Protocollo d’intesa tra il Ministero degli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, il Ministero dell’Interno, il Ministero del Lavoro, l’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR), Diaconia Valdese, Pathways International e Talent Beyond Boundaries. Questo accordo consentirà a rifugiati selezionati al di fuori dell’Italia, attraverso le recenti disposizioni della L. 50/2023, di entrare nel paese tramite i corridoi lavorativi per rifugiati, riporta Attuale.
I corridoi lavorativi rappresentano un metodo innovativo, sicuro e regolato per l’ingresso in Italia di rifugiati e apolidi, unendo la protezione dei diritti con le esigenze del mercato del lavoro. Il piano prevede la selezione e la formazione di rifugiati in Paesi terzi, già specializzati in determinati settori professionali, affinché possano inserirsi nel mercato del lavoro italiano. Questo approccio mira a creare un modello virtuoso di migrazione regolare, sostenendo l’integrazione socio-economica dei rifugiati e favorendo lo sviluppo dei loro Paesi d’origine o di primo asilo.
L’Italia si posiziona tra i primi Paesi al mondo a offrire ai rifugiati l’opportunità di arrivare con un visto di lavoro. Attualmente, sono quattro i progetti avviati, coinvolgendo 70 rifugiati provenienti da Colombia, Egitto, Uganda e Giordania, destinati a lavorare nei settori aeroportuali, cantieristici, informatici e orafo. Ulteriori iniziative sono in fase di sviluppo in Camerun, nel settore dei trasporti, oltre a progetti in Perù e Colombia nel settore aeroportuale.
Questi progetti, considerati come buone pratiche, sono progettati per essere estesi ad altri settori economici e contesti geografici nei prossimi anni, con l’obiettivo di incrementare le opportunità lavorative per coloro che fuggono da situazioni di crisi e per le aziende italiane in cerca di personale qualificato.
Il nostro Paese ribadisce il suo impegno a sviluppare canali regolari di ingresso per i rifugiati nel mercato del lavoro, prevedendo specifiche quote di ingresso all’interno della programmazione annuale e attraverso il percorso “extra quota”. Grazie a questo ultimo canale, le aziende italiane possono selezionare e assumere rifugiati al termine di un percorso di formazione all’estero, contribuendo a un modello di integrazione e solidarietà che valorizza le competenze dei rifugiati e soddisfa le necessità delle imprese italiane.
La Farnesina, attraverso le sue Rappresentanze diplomatico-consolari nei Paesi interessati, garantirà la gestione semplificata delle domande di visto per i beneficiari dei corridoi lavorativi, facilitando anche il ricongiungimento familiare. Inoltre, le Ambasciate italiane assicureranno il coordinamento con le autorità locali, organismi internazionali e i partner del Protocollo, promuovendo la cooperazione tra pubblico, privato e società civile.
Secondo un rapporto dell’UNHCR, dal 2016 ad oggi oltre 10.000 rifugiati sono stati trasferiti in Italia attraverso canali legali e regolamentati, grazie al coinvolgimento significativo del settore privato e della società civile. Inoltre, sono state identificate più di 30.000 opportunità lavorative per rifugiati, con la partecipazione di oltre 700 imprese italiane. (aise)