Covid, nuovo studio Usa: nessuna correlazione tra morti improvvise e vaccini

19.04.2024
Covid, nuovo studio Usa: nessuna correlazione tra morti improvvise e vaccini
Covid, nuovo studio Usa: nessuna correlazione tra morti improvvise e vaccini

I numeri dei contagi tornano a scendere dopo il falso allarme della scorsa settimana

Falso allarme, dopo la leggera risalita della scorsa settimana i contagi Covid tornano scendere, passando da 727 ai 480 conteggiati negli ultimi sette giorni dal Monitoraggio settimanale a cura dell’Iss. In leggero calo anche l’indice di contagiosità, l’Rt, che da 1,01 passa a 0,96, quindi leggermente al di sotto del livello epidemico di uno. Non si registrano nuovi ricoveri nelle terapie intensive nel corso dell’ultima settimana, mentre stabile è il tasso di ospedalizzazione nei reparti di medicina.

La percentuale di reinfezioni è del 39%, in leggero calo rispetto alla settimana precedente. La variante prevalente con il 78,4% dei casi continua ad essere la JN.1, a conferma che con questa bassa circolazione il virus tende a non mutare.

Intanto un nuovo studio negli Usa he conferma che non esiste alcun legame tra vaccino Covid e morti improvvise.

L’indagine è stata condotta in Oregon e resa nota dai Cdc statunitensi (Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie) nell’ultimo «Morbidity and Mortality Weekly Report». In merito alla ricerca è intervenuto Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Matteo di Genova, che ha riferito: «Cosa si scopre con gli studi seri e ben condotti? Che le morti improvvise sono più frequenti tra i non vaccinati per Covid-19. E ora cosa diranno i soliti ciarlatani?»

Dunque, lo studio torna su uno degli argomenti che finisce spesso al centro di polemiche da parte di chi esprime posizioni critiche verso i vaccini. Nell’aprile 2021, ricordano i Cdc, sono stati segnalati al Vaccine Adverse Event Reporting System casi di miocardite post iniezione-scudo, in particolare tra i giovani maschi sottoposti a immunizzazione. E dopo che la vaccinazione Covid è stata associata a miocardite in questa fascia di adolescenti e giovani adulti, sono state sollevate preoccupazioni su possibili decessi cardiaci correlati al vaccino in questa fascia di età. Per valutare questo aspetto, i ricercatori hanno preso in esame i certificati di morte dei residenti dello stato dell’Oregon di età compresa tra i 16 e i 30 anni che sono deceduti nel periodo giugno 2021-dicembre 2022 per cause di morte cardiache o indeterminate. Sono stati successivamente esaminati per i deceduti identificati i registri nel sistema informativo sulle immunizzazioni dell’Oregon.

Tra i 1.292 decessi identificati, il Covid-19 è stato citato come causa di 30. Per altri 101 non è stato possibile escludere una causa di morte cardiaca. Tra questi deceduti erano disponibili dati del sistema informativo sulle immunizzazioni per 88. Dei 40 decessi avvenuti tra persone che avevano ricevuto una dose di vaccino anti-Covid a mRna, 3 si sono verificati entro i 100 giorni successivi alla vaccinazione. Ma 2 erano casi di persone con malattie croniche di base e un singolo deceduto aveva una causa di morte indeterminata.

Insomma, questi dati, concludono gli autori, «non supportano un’associazione tra la ricezione del vaccino a mRna anti-Covid e la morte cardiaca improvvisa tra giovani precedentemente sani».

Sempre a proposito di vaccini, quelli attualmente autorizzati contro COVID-19, in particolare quelli che hanno già subito un adattamento della composizione, continuano a essere efficaci nel prevenire il ricovero ospedaliero, le malattie gravi e la morte dovute al virus. Tuttavia, la protezione diminuisce nel tempo e man mano che emergono nuove varianti SARS-CoV-2. Per questo motivo, l’aggiornamento della composizione del vaccino deve essere preso in considerazione su base regolare. E’ quanto affermano gli enti regolatori internazionali sui farmaci che hanno pubblicato oggi un rapporto che raccoglie i risultati di un seminario sugli aggiornamenti dei ceppi vaccinali contro il COVID-19

organizzato dalla Coalizione internazionale delle autorità di regolamentazione dei medicinali e dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

Una condanna ad 1 anno e 4 mesi di carcere per l’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri.

E’ quanto ha sollecitato la Procura di Roma davanti al gup della Capitale nel procedimento, che si svolge con il rito abbreviato, legato all’indagine su una fornitura di mascherine dalla Cina commissionata nella prima fase dell’emergenza pandemica. Nei confronti del manager l’accusa è di abuso d’ufficio.

Nella stessa indagine sono coinvolte una decina di altre posizioni che hanno scelto il rito ordinario: per loro i pm di piazzale Clodio hanno ribadito la richiesta di rinvio a giudizio. L’impianto accusatorio è legato all’acquisto di 800 milioni di dispositivi di protezione individuale che sarebbero stati irregolari e pericolosi per la salute. Un “affare” da 1,25 miliardi di euro. Tra i soggetti coinvolti anche l’imprenditore, poi deceduto, Mario Benotti, a cui era contestato il traffico di influenze illecite, e Antonio Fabbrocini, responsabile unico del procedimento per la struttura commissariale accusato di frode nelle pubbliche forniture, falso e abuso d’ufficio.

Fonte: LaStampa

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