Per la prima volta un ex presidente americano sul banco degli imputati. È accusato di aver fatto passare per spese legali i soldi dati a una ex attrice porno per tacere sulla loro relazione
Salvo sorprese dell’ultima ora, oggi per la prima volta nella storia degli Stati Uniti un ex presidente – nonché a breve candidato alla presidenza – sarà seduto al banco degli imputati in un processo penale.
Si apre infatti a New York il primo processo a carico di Donald Trump: quello istruito dal procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg, in cui il tycoon è accusato di avere falsificato le sue dichiarazioni finanziarie nel 2016 per occultare 130mila dollari pagati a una ex attrice porno, Stormy Daniels, affinché tacesse sulla loro relazione.
I capi di imputazione sono 34, i tentativi di rinviare le udienze sono falliti e questo è l’unico procedimento che potrebbe chiudersi prima del voto del 5 novembre.
Tutto ruota sul fatto, già accertato, che Michael Cohen, allora avvocato di Trump, pagò Daniels e poi fu rimborsato da Trump che fece figurare quei soldi come spese legali. Cohen è stato condannato a tre anni nel 2018 per la stessa vicenda e per avere mentito al Congresso: ora sarà uno dei testimoni chiave del processo, con la difesa che tenterà in ogni modo di screditarlo. Ha già iniziato lo stesso Trump, a modo suo: “Cohen e Daniels sono due bugiardi – ha detto – due sacchi di spazzatura”.
Si inizia dunque oggi con la selezione della giuria e si prevede che in tutto il procedimento durerà sei settimane, con udienze tutti i giorni della settimana tranne il mercoledì.
Attirerà un’enorme attenzione mediatica, considerando che l’imputato per legge dovrà essere sempre presente. Tra i potenziali testimoni, la stessa Daniels e forse anche Karen McDougal, una modella di Playboy che pure afferma di essere stata pagata per tacere sulla sua relazione con Trump.
Non sarà però uno show mediatico: le telecamere non sono ammesse in aula e ai fotografi sarà concesso solo un breve accesso per ogni singola udienza. Trump ha confermato che ci sarà: “Testimonierò, dirò la verità e la verità è che un caso che non esiste”. Il candidato repubblicano – manca solo l’investitura ufficiale della convention del partito – ha tutto l’interesse a spettacolizzare l’evento, usandolo in chiave elettorale per denunciare quella che definisce una persecuzione giudiziaria dettata da motivazioni politiche. Nel frattempo ha iniziato a delegittimare lo stesso giudice del processo, Juan Merchan, accusandolo di essere a favore dell’avversario Joe Biden.
La corte d’appello di New York deve ancora pronunciarsi su tre ricorsi degli avvocati di Trump, tra i quali quello contro l’ordine che vieta all’imputato di continuare ad attaccare sui social testimoni, procuratori o loro familiari e quello per ricusare il giudice – ma intanto hanno detto che il giudice può procedere.
Se condannato, Trump rischierebbe fino a quattro anni di carcere per ogni capo di imputazione, ma molti esperti escludono una conclusione così drammatica: molto probabilmente rimarrebbe libero per continuare la campagna elettorale, in attesa dell’appello. Del resto, una condanna non pregiudicherebbe il suo status di candidato – e perfino di presidente, se dovesse vincere.
Chi è Stormy Daniels
Il suo vero nome è Stephanie Gregory Clifford: è la grande accusatrice di Trump, una donna di 45 anni, originaria di Baton Rouge, in Louisiana, spogliarellista quando era ancora minorenne. Fu premiata con gli Avn Awards, gli Oscar dell’industria del porno, e fu protagonista nel 2018 di un tour dal titolo “Make America Horny Again”, richiamo del “Make America Great Again” di Trump, ma con connotazioni porno. Trump la teme, e ha fatto di tutto negli ultimi due mesi per vietare a Stormy di raccontare del loro incontro sessuale.
Fonte: LaStampa