La Borsa di Milano apre in calo del 7,6%, poi risale leggermente al -6,5%. Francoforte registra il risultato peggiore in Europa in apertura e tracolla al -8,1%: anche in questo caso la ripresa è solo parziale. In tutto il mondo, i mercati stanno continuando a pagare l’effetto dei dazi imposti dagli Stati Uniti di Donald Trump.
La Borsa di Milano apre con un nuovo crollo: -7,6%, poi risalita al -6,5%, in continuità con il tracollo della scorsa settimana causato dai dazi imposti dagli Stati Uniti. In forte calo Leonardo e le banche: Bper perde il 12%, Monte dei Paschi l’11%, Unicredit e Banco Bpm il 10%. Molti titoli non sono nemmeno riusciti ad aprire gli scambi, e lo spread si è avvicinato ai 130 punti. Anche le altre borse europee hanno aperto in discesa: Madrid ad esempio al -6,3%, Parigi al -6,2%, Francoforte addirittura al -8,1% (anche a causa dei dati negativi sull’industria tedesca).
D’altra parte, nulla è cambiato negli ultimi giorni: l’incertezza resta altissima, gli scambi commerciali internazionali sono a rischio e per il momento dai governi europei non è arrivata una risposta chiara. Mentre la Cina ha scelto la strada dei controdazi e il Vietnam ha aperto a negoziati, l’Europa si riunirà oggi e nei prossimi giorni per adottare una linea comune. Il ministro delle Imprese italiano Adolfo Urso ha detto che proprio vedendo “l’andamento della Borsa” è necessario “sventare la guerra commerciale”, e quindi evitare “nuove misure di ritorsione che creerebbero ulteriore panico nei mercati globali”, ovvero i controdazi.
Il crollo delle Borse asiatiche, Hong Kong ai minimi dal 1997
La Borsa di Hong Kong ha visto un vero e proprio tracollo: ha chiuso al -13,22%. Era dal 1997 che non si raggiungeva un calo simile, anche peggio della crisi finanziaria globale del 2008. Guardando alla Cina continentale, a Shanghai, il crollo ha invece toccato il 7,3%. Due grandi aziende del settore tecnologico, Alibaba e Tencent, hanno aperto la sessione perdendo rispettivamente il 9,7% e il 7,4%. La Cina ha scelto di rispondere agli Stati Uniti con una contro-tariffa del 34%, che potrebbe rendere ancora più difficili gli scambi.
Perché la borsa italiana sta crollando per colpa dei dazi di Trump: i tre motivi
Brutte notizie anche a Taiwan, dove l’indice Taiex ha perso il 9,8% in apertura. In Giappone, la Borsa di Tokyo dopo l’apertura è scesa del 7,8%, la terza flessione più dura di sempre. E lo stesso discorso vale per la Corea del Sud, con Seul al -5,6%. Un po’ in tutto il mondo, molti investitori spaventati dalle tariffe di Trump si sono affrettati a vendere le loro azioni. E così i prezzi sono calati e molti indici sono crollati come non accadeva da anni.
Mercati in calo in tutto il mondo, Trump: “Bisogna prendere farmaci per curarsi”
Già prima dell’apertura ufficiale del mercato italiano, questa mattina, i future europei avevano mostrato una forte discesa, perdendo circa il 4%. E anche se in passato, dopo un crollo della Borsa, c’è stato un cosiddetto ‘rimbalzo‘ (quando le quotazioni calano, i prezzi si abbassano, e molti azionisti possono essere nuovamente spinti ad acquistare), in questo caso non è detto che avverrà, o almeno non a breve. Fin quando le condizioni internazionali restano queste, infatti, è difficile prevedere una ripresa.
Ieri la Borsa saudita, che a differenza di altre è aperta di domenica, ha registrato un -6,8%: la peggior discesa dai tempi della pandemia. La scorsa settimana Wall Street ha perso circa 5mila miliardi di dollari, e la riapertura attesa nelle prossime ore probabilmente la vedrà andare nella stessa direzione. Per adesso il presidente degli Usa Donald Trump ha minimizzato, dicendo: “A volte bisogna prendere dei farmaci per curarsi”.
Anche un settore ‘vicino’ a Trump, quello delle criptovalute, sta registrando perdite fortissime: nel complesso, le valute digitali hanno quasi azzerato in pochi giorni i guadagni che avevano accumulato dal giorno dell’elezione del presidente Usa, a novembre dello scorso anno.