L’eurodeputato e responsabile Informazione del Partito Democratico, Sandro Ruotolo a Today.it: “È è un soggetto politico che sta dentro l’amministrazione Trump, non più un privato cittadino”
I conflitti di interessi e le ingerenze politiche di Elon Musk sono “potenzialmente pericolosi” e c’è “il fondato sospetto che possa utilizzare i media di sua proprietà per influenzare la politica europea per scopi politici ed economici”. È quanto si legge in un’interrogazione al Parlamento Europeo Depositata dall’eurodeputato del Partito Democratico e responsabile Informazione nella segreteria di Elly Schlein, Sandro Ruotolo. L’esponente dem chiede all’esecutivo comunitario se l’attuale legislazione europea sia sufficiente a proteggere le istituzioni democratiche dall’uso politico del social X e se questo sarà bandito dai dispositivi istituzionali dell’Ue come fatto per TikTok.
“Musk non è più un privato cittadino ma un soggetto politico”
“La presidente Ursula von der Leyen – spiega Sandro Ruotolo a Today.it – ha annunciato che l’Europa ha messo sotto osservazione formale TikTok. Io penso che andrebbe fatto anche per la piattaforma X. Elon Musk non è solo un imprenditore, un magnate, un oligopolista: lui oggi è un soggetto politico che sta dentro l’amministrazione Trump, non più un privato cittadino. Ha trasformato uno strumento di comunicazione che dovrebbe essere neutrale in un’arma. Per questo ho chiesto al Parlamento Europeo di verificare se la piattaforma rispetta le regole del Digital service act. Io, insieme a molti altri, ho scelto di abbandonare la piattaforma X, come hanno fatto 3 milioni di persone da quando Donald Trump ha vinto le elezioni”.
A destra c’è chi accusa Ruotolo e il Pd di voler “censurare” la rete e intaccare la libertà di informazione, un’accusa che Ruotolo rimanda al mittente. “La libertà di informazione – ribatte – è un’altra cosa. E l’accusa di volerla limitare arriva proprio da quei mondi di destra che abitano le democrazie illiberali d’Europa, quelle che non hanno la libertà di stampa in Costituzione. Proprio perché amo la libertà di stampa penso che vada garantita la pluralità. X è una piattaforma gestita da un signore che manipola gli algoritmi: come ho detto nel mio intervento in plenaria, ci sono accademici che hanno dimostrato che i post di Musk hanno registrato un aumento del 138 per cento delle visualizzazioni e del 238 per cento nei retweet successivi alla sua discesa in campo al fianco di Trump”.
Della vicenda si dibatte anche in Italia, con la premier Giorgia Meloni che in Senato ha dovuto replicare agli attacchi del Pd e del senatore a vita, Mario Monti, che l’hanno accusata di assecondare i tentativi di ingerenza di Musk rispetto alle scelte strategiche dell’Italia su settori in cui opera l’uomo più ricco del mondo.
“L’ingresso di Elon Musk nell’amministrazione del Presidente Donald Trump – spiega ancora Ruotolo – solleva interrogativi sulla sicurezza democratica europea, considerato il potere mediatico e la potenza economica del magnate americano. In Italia, il signor Musk ha criticato decisioni della magistratura, obbligando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a intervenire contro l’interferenza del signor Musk. I suoi conflitti di interesse si estendono a settori strategici dell’economia, quali l’automotive (Tesla), lo spazio (SpaceX), le telecomunicazioni satellitari (Starlink) e i social media (X), che costituiscono settori strategici e potenzialmente pericolosi. Questo lo rende un protagonista delle sfide geopolitiche globali, con il fondato sospetto che possa utilizzare i media di sua proprietà per influenzare la politica europea con finalità politiche ed economiche. Inoltre, il procedimento avviato dalla Commissione Europea il 18 dicembre, ai sensi del Digital Services Act, dimostra le preoccupazioni sull’uso di X per disinformazione e mancata gestione di contenuti illeciti”.
“C’è un conflitto di interessi dichiarato”
Se le azioni contro TikTok avanzano sia in Europa che negli Usa, dove la piattaforma a breve potrebbe essere addirittura oscurata, le altre grandi piattaforme (Meta, Google e X) godono di una sorta di “protezione” nei rispettivi parlamenti, dove sono eletti deputati che sono espressione diretta delle stesse aziende, che negli anni hanno stretto solidi rapporti con molti partiti politici. “Sappiamo bene che dobbiamo fare resistenza. Sappiamo bene che al Parlamento Europeo ci sono 200 eletti nelle fila dell’estrema destra. Sappiamo bene che su 27 commissari soltanto 4 sono del Partito Socialista. Noi dobbiamo rappresentare l’argine a tutto questo. Elon Musk ha evidenti conflitti di interessi dichiarati, neanche nascosto, a cominciare da quello che riguarda il controllo dei satelliti. È chiaro che il suo fine ultimo non sia solo il potere ma anche il suo business”.