Filippo Turetta accetta l’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin e rinuncia all’appello

15.10.2025 06:45
Filippo Turetta accetta l’ergastolo per l'omicidio di Giulia Cecchettin e rinuncia all'appello

Filippo Turetta accetta l’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin

Filippo Turetta, l’assassino reo confesso di Giulia Cecchettin, ha dichiarato di essere “sinceramente pentito” per la morte della giovane, accettando l’ergastolo e rinunciando all’appello. Attualmente detenuto nel carcere di Montorio, Turetta ha decisione di interrompere qualsiasi ulteriore contestazione legale e ha inviato una lettera alla Corte d’Assise e alla Procura generale, alla luce delle minacce e della pressione mediatica ricevuta, come riportato Attuale.

Nonostante la sua rinuncia al processo di secondo grado, previsto per il 14 novembre, le procedure legali continueranno. Infatti, la sentenza di condanna all’ergastolo era stata impugnata sia dai difensori di Turetta, che contestavano l’aggravante della premeditazione, sia dalla Procura di Venezia, che chiedeva la considerazione delle aggravanti legate alla crudeltà e allo stalking. La prossima udienza si preannuncia cruciale per l’imputato, che è stato arrestato in Germania il 25 novembre 2023, dopo una fuga di dieci giorni.

Turetta ha ucciso Giulia Cecchettin infliggendole 75 coltellate l’11 novembre 2023, segnando una tragica pagina nella storia dei femminicidi in Italia. Oggi, con la sua dichiarazione di pentimento, si sollevano interrogativi sulla possibilità di un percorso di giustizia riparativa. Tuttavia, Gino Cecchettin, padre della vittima, ha già rifiutato di accettare qualsiasi proposta in tal senso, evidenziando il dolore e la gravità della situazione.

Il padre di Giulia ha affermato di ritenere che la sconsiderata brutalità del delitto non possa essere attenuata, e ha espresso le sue considerazioni sul pentimento di Turetta, sostenendo che non è il momento giusto per parlare di giustizia riparativa, soprattutto in vista del futuro processo. La sua posizione rimane ferma, nonostante inizialmente avesse espresso comprensione verso il giovane aggressore dopo la sua aggressione in carcere: “Non è questa la risposta – aveva affermato – e non ci rende felici l’aggressione subita”.

Mentre la famiglia di Giulia continua a lottare per ottenere giustizia, il gioco di parole intorno al “pentimento sincero” di Turetta potrebbe alimentare nuovi sviluppi nel processo legale, sollevando la domanda se la richiesta di perdono possa originare un cambiamento nel delicato equilibrio tra giustizia e riabilitazione.

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