Indagini sull’omicidio di Chiara Poggi: Nuovi sviluppi e controversie tra esperti
GARLASCO (Pavia) Si sono aperti oggi gli uffici della polizia scientifica di Milano per l’incidente probatorio nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Questa fase, richiesta dalla Procura di Pavia e autorizzata dal Gip Daniela Garlaschelli, vedrà gli esperti confrontarsi su sei quesiti principali, con posizioni già ben delineate tra le parti. Alla fine, sarà la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchigiani a esprimere le loro valutazioni, mentre la questione centrale attiene all’analisi dei profili genetici estratti dai margini ungueali della vittima. Questi dati erano stati originariamente presentati dal Perito Prof. Francesco De Stefano durante l’Appello-bis, chiuso nel 2014 con la condanna a 16 anni di Alberto Stasi, riporta Attuale.
Nel corso della perizia condotta, era emerso che “a causa della degradazione del Dna e della probabile contaminazione ambientale, non c’era la possibilità di identificazione positiva.” Inoltre, i risultati ottenuti risultavano contraddittori e non consentivano di giungere a conclusioni certe. Tale interpretazione era stata utilizzata anche nella decisione di archiviazione della prima indagine a carico di Sempio nel 2017. Tuttavia, sono emerse nuove consulenze che contestano questa visione. La difesa di Stasi e la Procura hanno presentato pareri che sostengono la validità degli stessi profili genetici, approvati da Ugo Ricci, e confermati anche da altri esperti. Questi esperti hanno risposto positivamente alla possibilità di un confronto sui profili ottenuti dai margini ungueali della vittima, alla luce degli avanzamenti nelle tecniche e nelle scienze forensi.
Tuttavia, le opinioni restano contrapposte. Il consulente della difesa di Sempio, Luciano Garofano, e Marzio Capra, esperto della famiglia Poggi, continuano a difendere le conclusioni di De Stefano del 2013. La disputa tra gli specialisti si estenderà anche alla questione dei ‘paradesivi’ delle impronte, ai campioni biologici e ad altri reperti, inclusi oggetti come il Fruttolo e il brick del tè freddo, che non sono stati mai sottoposti a un’analisi genetica o che hanno prodotto risultati incerti.
È importante notare che la difesa ha sottolineato come le analisi da eseguire dovrebbero focalizzarsi solo su aspetti genetici, escludendo quelle dattiloscopiche, ma la questione dei ‘paradesivi’ richiede l’intervento di esperti in questo campo. Uno di questi è Luigi Bisogno, ex ispettore superiore della polizia di Stato, appena aggiunto all’équipe di consulenti. Il primo passo che dovranno affrontare gli esperti sarà analizzare la catena di custodia dei reperti, con l’obiettivo di effettuare nuove valutazioni nei prossimi 90 giorni, salvo ulteriori proroghe.