Gaza, tregua più vicina tra Israele e Hamas: l’accordo in due fasi

13.01.2025
Gaza, tregua più vicina tra Israele e Hamas: l'accordo in due fasi
Gaza, tregua più vicina tra Israele e Hamas: l'accordo in due fasi

Il principio di intesa prevede il rilascio di 3mila detenuti palestinesi, tra cui 200 condannati a morte, ma anche bambini, donne e malati. Le forze israeliane intanto hanno approvato diversi piani per il rapido ritiro delle truppe dalla Striscia

Tregua più vicina sulla Striscia di Gaza. Israele e Hamas sono finalmente vicini a un’intesa, “chiusa al 90%” secondo alcuni quotidiani locali. Il principio di accordo, confermato anche dal capo della Commissione palestinese sui detenuti Qadura Fares, prevede il rilascio di 3mila detenuti palestinesi: tra i prigionieri che verranno liberati ci saranno oltre a 200 condannati all’ergastolo i “bambini, donne e malati detenuti”.

Gaza, tregua più vicina tra Israele e Hamas

Con il rilascio dei detenuti arriverebbe anche il cessate il fuoco. Di recente, come spiega il quotidiano Haaretz, le forze israeliane hanno recentemente approvato diversi piani per il rapido ritiro delle truppe da vaste aree della Striscia di Gaza, proprio in concomitanza con i progressi nei negoziati. L’esercito ha esaminato diverse opzioni per il ritiro delle truppe da Gaza, compreso il corridoio di Netzarim, che divide la Striscia in due. L’esercito ha spiegato di avere la capacità di evacuare i soldati dall’area, nonostante le numerose infrastrutture e postazioni stabilite. Le Forze di Difesa, scrive ancora il giornale, si dicono pronte ad attuare qualsiasi accordo stipulato dal governo, compreso quello che prevede un rapido ritiro delle truppe da Gaza.

“I colloqui in Qatar scrive il quotidiano israeliano.- sono in corso da diverse settimane e ora emergono segnali di progressi significativi. Il cambiamento principale deriva dalle dichiarazioni di Trump. La sua richiesta inequivocabile di risolvere la questione prima dell’inizio del suo nuovo mandato da Presidente degli Stati Uniti e le sue minacce se le sue richieste non saranno soddisfatte stanno apparentemente esercitando una certa pressione su entrambe le parti. Le mosse di Trump sono completamente coordinate con il team del presidente uscente Joe Biden”.

L’accordo in due fasi

L’accordo dovrebbe prevedere ancora il rilascio degli ostaggi in due fasi. I primi a essere liberati saranno le donne e gli uomini anziani o malati che rientrano nel gruppo degli ostaggi ‘umanitari’. La prima fase dovrebbe aprirsi dopo la dichiarazione di un cessate il fuoco, che includerà un significativo ritiro delle truppe delle Forze di Difesa israeliane da alcune aree sequestrate nella Striscia di Gaza. “Un alto funzionario della Difesa ha dichiarato ad Ha’aretz che, nonostante l’ampio lavoro logistico realizzato nel Corridoio Netzarim, che attraversa la Striscia di Gaza da est a ovest, e nel Corridoio Philadelphi, che si trova lungo il confine dell’enclave con l’Egitto, tali operazioni sono state effettuate con l’approccio che ‘tutto è temporaneo e può essere smontato in tempi relativamente brevi, se necessario’, si legge ancora.

Durante l’attuazione della prima fase, continueranno i negoziati per il rilascio del secondo gruppo, che comprende soldati e uomini più giovani. L’accordo includerà anche la restituzione dei corpi degli ostaggi, anche se si teme che i palestinesi affermino che alcuni di essi sono impossibili da localizzare, sottolinea Ha’aretz, precisando che attualmente nella Striscia di Gaza ci sono 98 ostaggi, sia israeliani che cittadini stranieri. Secondo le stime, circa la metà di loro è ancora viva. A quanto si sa, l’amministrazione Trump sta cercando di raggiungere un accordo globale, che significa la fine della guerra a Gaza. Pertanto, anche se solo i dettagli della prima fase saranno finalizzati, si prevede uno sforzo americano per costringere entrambe le parti ad attuare la seconda fase, con il tentativo di porre fine ai combattimenti per un lungo periodo di tempo, scrive. La scorsa settimana, l’inviato del presidente eletto in Medio Oriente, Steve Witkoff, è arrivato a Doha, unendosi ai colloqui tra gli Stati mediatori e le due parti. Sabato, a sorpresa, Witkoff si è recato a Gerusalemme e ha incontrato il Primo Ministro Benjamin Netanyahu.

“La decisione di Netanyahu, sabato sera, di inviare a Doha la squadra di cui fanno parte i capi del Mossad e del servizio di sicurezza Shin Bet, nonché il capo del Quartier Generale per gli ostaggi e le persone scomparse dell’Idf, è un altro indicatore positivo del fatto che un accordo si sta avvicinando”, osserva ancora Haaretz, facendo presente che a quanto sembra “il Primo Ministro avrebbe concesso a questa squadra un più ampio margine di manovra nei negoziati rispetto al passato. Nelle tornate precedenti, era spesso evidente che Netanyahu faceva inciampare i negoziatori israeliani in anticipo, dando loro un mandato molto ristretto”.

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