Ondate di siccità e incendi, ma anche alluvioni: solo nell’ultimo anno più di 8.700 morti sono dovuti direttamente dal cambiamento del clima, con danni per oltre 550 miliardi di dollari
L’alluvione in Emilia Romagna dello scorso settembre. Quella drammatica che ha colpito a poche settimane di distanza Valencia e la Spagna sud-orientale. Ma anche eventi simili, e anche più catastrofici, che hanno interessato l’Afghanistan, il Pakistan e la Cina. E i periodi di siccità da record sperimentati in molte altre aree del mondo come quella che ha portato ai gravi incendi che hanno devastato Los Angeles. Il bollettino del 2024 certifica che si è trattato di un anno di estremi in campo meteo, e non sembra un caso: secondo il nuovo rapporto Global Water Monitor 2024, redatto da un consorzio internazionale di scienziati guidato dall’Australian National University, quelli che vediamo sono gli effetti diretti del riscaldamento globale, che sta provocando squilibri sempre più marcati nel ciclo dell’acqua del nostro pineta.
L’anno più caldo
“Nel 2024 la terra ha sperimentato il suo anno più caldo dall’inizio delle misurazioni, e per il quarto anno di seguito”, spiega l’idrologo Albert van Dijk, ricercatore della Australian National University che ha coordinato la stesura del rapporto. “I sistemi idrici del globo sono i primi a sentirne gli effetti, e infatti il 2024 è stato un anno di fenomeni estremi non isolati. È tutto parte di un trend negativo che vede alluvioni sempre più intense, ondate di siccità prolungate, ed eventi meteo estremi da record”.
In effetti, lo scorso anno circa quattro miliardi di persone di 111 nazioni diverse hanno sperimentato sulla propria pelle le temperature più alte mai registrate. Le medie sulla terra ferma hanno superato di 1,2 gradi quelle dell’inizio dello scorso secolo, e di 2,2 quelle del periodo pre-industriale. E anche le temperature della superficie degli oceani hanno fatto registrare, un po’ ovunque, nuovi record annuali.
“L’aumento delle temperature superficiali marine ha intensificato i cicloni tropicali e la siccità nel bacino amazzonico e nell’Africa meridionale – continua van Dijk – Il riscaldamento globale ha contribuito inoltre a produrre precipitazioni più intense e tempeste stazionarie, come dimostrano le alluvioni lampo che hanno colpito Europa, Asia e Brasile”.
Il ciclo dell’acqua impazzito
Stando ai dati raccolti nel rapporto, alluvioni, esondazioni, tempeste tropicali, frane e ondate di siccità nel 2024 hanno ucciso oltre 8.700 persone in tutto il mondo, causando lo sfollamento di oltre 40milioni di persone, e danni economici che superano i 550miliardi di dollari. E in molti casi, si tratta di eventi resi più intensi, o più frequenti, dai cambiamenti climatici.

“I nostri risultati rivelano che i record delle precipitazioni vengono battuti con regolarità crescente – sottolinea van Dijk – Ad esempio, le piogge mensili da record sono avvenute il 27 percento più di frequente nel 2024 rispetto a quanto non avveniva all’inizio del secolo, e i record giornalieri il 57 percento più spesso. Anche i record negativi delle precipitazioni sono più frequenti del 38 percento, e questo vuol dire che vediamo estremi sempre peggiori ad entrambi i capi dello spettro”.
Per van Dijk e colleghi, i dati parlano chiaro: i cambiamenti climatici stanno alterando profondamente il ciclo dell’acqua sul nostro pianeta. E questo rende più che mai prioritario puntare su politiche di adattamento, che aiutino a mitigare gli effetti di questi cambiamenti nell’arco dei prossimi decenni.
“Dobbiamo prepararci e adattarci all’inevitabilità di eventi estremi sempre più gravi”, conclude l’esperto australiano. “Questo può significare mettere in campo strumenti più efficaci per la prevenzione delle inondazioni, sviluppare filiere alimentari e riserve idriche più resistenti alla siccità, e migliorare i sistemi di allerta precoce. L’acqua è la nostra risorsa più critica, e i suoi estremi – inondazioni e siccità – sono tra i pericoli maggiori che affronteremo in futuro”.