Dopo l’inchiesta ligure che ha portato all’arresto di Giovanni Toti la premier corre ai ripari. Il leader della Lega: “Io mi fido dei sindaci, mi fido degli imprenditori, mi fido degli ingegneri, dei progettisti”
L’inchiesta della Procura di Genova, che ha portato all’arresto del presidente della Liguria, Giovanni Toti, preoccupa la premier Giorgia Meloni che ora teme una reazione a catena che potrebbe avere pesanti ricadute prima delle elezioni europee di giugno. Il timore della premier è che possano emergere errori e irregolarità nei progetti del Pnrr, errori e irregolarità che oltre a danneggiare l’immagine del governo rischierebbero di rallentare la messa in opera dei progetti.
Una preoccupazione condivisa dal sottosegretario alle Infrastrutture, Edoardo Rixi: “Il tema è Genova – ha spiegato durante un’intervista a 24 Mattino – ma anche l’intero Paese. Nessuna impresa prenderà più un appalto pubblico, magari dopo essere stata a una cena elettorale. Siamo all’inizio di un cinema che durerà anni e rischia di bloccare tutti i cantieri”. La presidente del Consiglio vuole evitare l’effetto domino e per farlo è disposta ad arrivare all’ennesimo scontro col suo vice, Matteo Salvini, che da ministro delle Infrastrutture dovrà gestire la fetta più consistente della pioggia di miliardi piovuta dalla tanto bistrattata Europa. E una gestione opaca del Piano – come quella che sta emergendo sul ponte sullo Stretto di Messina – è proprio quello che la premier vorrebbe evitare.
Un comitato per vigilare sui progetti del Pnrr
Per questo, assecondando un’idea del ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto, ha partecipato all’inaugurazione del nuovo comitato anticorruzione che dovrà vigilare proprio su come verranno spesi oltre 350 miliardi tra progetti del Pnrr, RepowerEu, Fondo di coesione 2021-2027 e di coesione nazionale. “Dobbiamo non solo utilizzare al meglio le risorse del Piano, ma impedire anche che qualcuno possa sfruttare questa ‘occasione’ per intercettare risorse che non possono di certo finire nelle mani della criminalità”. Alla struttura, presieduta dallo stesso Fitto, parteciperanno Polizia, Corte dei Conti, Direzione nazionale antimafia e Antiterrorismo, Autorità anticorruzione, Direzione centrale della polizia criminale, Direzione investigativa antimafia e agenzie fiscali.
Salvini: “Non giro per le strade col sospetto che gli italiani siano tutti potenziali truffatori”
Tiepida la reazione di Salvini, che continua a difendere il governatore della Liguria e non vuol sentir parlare di dimissioni. “Ho fatto il ministro dell’Interno – ha spiegato – ho potenziato l’agenzia dei beni confiscati alla mafia, alla camorra e alla ‘ndrangheta. È chiaro che quando girano centinaia di miliardi bisogna tenere non uno ma diciotto occhi aperti, però io mi fido dei sindaci, mi fido degli imprenditori, mi fido degli ingegneri, dei progettisti. A differenza di altri, non giro per le strade col sospetto che gli italiani siano tutti potenziali truffatori o delinquenti. Quindi, va benissimo ogni osservatorio anticorruzione, io però mi fido dei nostri imprenditori e dei nostri sindaci”.