Haskel: «Hamas non è un interlocutore, educa i bambini a idolatrare Hitler»

10.07.2025 18:06
Haskel: «Hamas non è un interlocutore, educa i bambini a idolatrare Hitler»

Sharren Haskel è intervenuta oggi a un briefing durante la sua prima visita ufficiale in Italia, riporta Attuale.

Mentre alla Nuvola di Roma si tiene la conferenza internazionale per la ricostruzione dell’Ucraina, nei pressi dell’ambasciata israeliana, circondata dai pini di Villa Borghese, si discute di un altro conflitto: quello tra Israele e Hamas. «L’Italia è un mediatore rispettabile sul piano diplomatico, grazie a un dialogo aperto sia con Israele che con le autorità palestinesi». A delineare la situazione attuale del conflitto – che negli ultimi mesi ha superato i confini di Gaza, ampliandosi in scala e intensità fino in Iran – è Sharren Haskel, viceministro degli Affari Esteri di Israele, che ha partecipato al briefing nell’ambito della sua prima visita ufficiale in Italia, iniziata martedì. Nel suo programma romano figurano incontri con la comunità ebraica, con il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e con la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. Tuttavia, non ci sono stati incontri diretti con la Farnesina. Ha comunque avuto colloqui con vari parlamentari (sia della maggioranza che dell’opposizione) della delegazione interparlamentare di amicizia Italia-Israele.

«L’Italia, Paese amico»

«Consideriamo l’Italia un’amica» ha ribadito più volte, evidenziando che «Roma è stata selezionata come sede di numerosi colloqui diplomatici negli ultimi mesi». Secondo Haskel, questa scelta riflette «la natura aperta – seppur complessa – del dialogo tra i due Paesi rispetto alla situazione umanitaria».

Il programma Food for Gaza

Durante il briefing, Haskel ha menzionato Food for Gaza, l’iniziativa umanitaria avviata dal governo italiano per fornire assistenza alimentare alla popolazione della Striscia. «Si tratta di un’iniziativa di grande rilievo – ha sottolineato – con la quale siamo in continuo contatto con Roma per rispondere alle richieste e alle necessità avanzate dall’esecutivo italiano». Questo canale di cooperazione bilaterale è fondato su un equilibrio delicato. «L’Italia – ha spiegato – ha dimostrato attenzione anche per le nostre preoccupazioni, motivo per cui abbiamo accolto molte delle sue richieste, iniziando dall’arrivo in Italia dei bambini palestinesi feriti a Gaza, curati nei vostri ospedali. Abbiamo fatto il possibile affinché ciò si realizzasse».

La messa al bando dell’Unrwa

Haskel, esponente del partito Nuova Speranza, dello stesso gruppo del neo ministro degli Esteri Gideon Sa’ar, è nota per aver presentato alla Knesset un disegno di legge che vieta all’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Impiego dei Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa) di operare in Israele. Lo Stato ebraico accusa l’Unrwa di essere infiltrata da Hamas. Oggi ha ribadito questo punto. «Da quasi due anni chiediamo alla comunità internazionale di collaborare con noi per assicurare la distribuzione degli aiuti umanitari, ma non attraverso le mani di Hamas, che governa Gaza» ha dichiarato. «Sfortunatamente, anziché concentrarsi realmente sulla popolazione palestinese, il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha politicizzato la questione, preferendo affidarsi a un’organizzazione che consideriamo profondamente corrotta, invece di garantire assistenza umanitaria ai bambini palestinesi che ne hanno veramente bisogno».

Si riparte dal sistema educativo

Nel rispondere a una domanda sul futuro di Gaza dopo il conflitto, la viceministra israeliana ha affermato chiaramente: «Hamas non potrà farne parte in alcun futuro assetto». Serve, come ha specificato, «un diverso approccio» per consentire a israeliani e palestinesi di convivere pacificamente. Haskel ha accusato Hamas di «avvelenare le menti» dei giovani con un’educazione antisemita: «Nelle scuole si insegnano la jihad e il nazismo, esplicitamente nei libri di testo scolastici, persino idolatrando Adolf Hitler». Per Haskel, il primo passo verso la ricostruzione deve concentrarsi sulla scuola: «È necessaria una profonda riflessione sul sistema educativo».

L’iran «Il nemico mortale»

Haskel ha definito l’iran «il nemico mortale», elogiando il cancelliere tedesco Friedrich Merz. «Ha avuto ragione – ha affermato – quando ha evidenziato che Israele, con le sue azioni in Iran, potrebbe svolgere il lavoro sporco anche per gli alleati occidentali». Ha insistito su questo argomento: «Il regime iraniano rappresenta un pericolo non solo per Israele, ma per l’umanità intera e Israele è in prima linea per proteggere anche gli europei».

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