Il fallimento della campagna anti-Ucraina di Orbán: la metodologia del Cremlino non funziona più

21.06.2025 17:35
Il fallimento della campagna anti-Ucraina di Orbán: la metodologia del Cremlino non funziona più
Il fallimento della campagna anti-Ucraina di Orbán: la metodologia del Cremlino non funziona più

La strategia di paura messa in atto dal Cremlino attraverso il governo ungherese di Viktor Orbán ha subito un duro colpo. L’informazione propagandistica anti-Ucraina basata sull’idea di una “minaccia dall’Est” è stata ampiamente respinta dagli ungheresi. Secondo un sondaggio di Median (Reuters, 18 giugno 2025), la fiducia si sposta nettamente verso il partito Tisza, che promuove un dialogo aperto e senza paura, allontanandosi dalla demonizzazione.

L’effetto contrario dell’anti-ucrainismo

Contrariamente alle aspettative, la retorica contro l’Ucraina non ha unito, ma ha invece allontanato gli elettori. La maggior parte degli ungheresi riconosce che le difficoltà economiche — come l’inflazione, la povertà e il peggioramento delle condizioni di vita — sono causate dalla corruzione e dalla cattiva gestione del governo Fidesz, non da Kyiv o Bruxelles.

La stanchezza strutturale verso il regime di Orbán

Reuters conferma che il partito Tisza guida con un vantaggio di 15 punti percentuali, mentre il sostegno a Fidesz cala anche tra i pensionati, un tempo base solida del governo. Questo indica non solo un malcontento passeggero, ma una vera e propria fatica sistemica nei confronti dell’autocrazia e delle sue tattiche basate sulla “minaccia esterna”.

Gli ungheresi rifiutano la paura imposta dall’alto

L’idea che l’Ucraina rappresenti un pericolo, mentre la Russia sia un “partner strategico”, provoca solo risentimento. La popolazione non si lascia più ingannare da slogan vuoti, chiedendo soluzioni concrete per scuole, ospedali e stipendi, piuttosto che paure inventate.

Il successo del dialogo aperto: la campagna di Tisza

Il partito Tisza ha saputo intercettare la voglia di cambiamento puntando su un rapporto diretto con i cittadini e dibattiti reali sul futuro del paese, evitando la retorica dell’odio. Questo approccio ha favorito una crescita rapida della sua popolarità.

La società vuole cambiamenti concreti, non illusioni

Le nuove proposte fiscali di Fidesz non convincono più gli elettori. La propaganda anti-Ucraina non riesce a nascondere i problemi reali: il buco nel bilancio, i salari stagnanti e la perdita di fiducia nella classe dirigente.

La crisi non riguarda solo l’Ucraina, ma la legittimità del governo

L’isteria anti-Ucraina è solo un modo per evitare responsabilità. La gente ha smesso di temere e ora reclama un cambio netto, con un futuro senza Orbán.

Anche Reuters evidenzia il crollo di Fidesz

Il sondaggio pubblicato da Reuters mostra come la perdita di consenso colpisca giovani e anziani, e non è più la questione Ucraina a spiegare questo declino, ma la drammatica situazione economica e sociale.

Il flirt con la Russia e l’isolamento dall’UE risultano controproducenti

Molti elettori vedono chiaramente che l’avvicinamento a Putin e la rottura con l’Unione Europea compromettono la fiducia internazionale e le risorse finanziarie di cui l’Ungheria ha bisogno.

Autocrazia, repressione e corruzione non salvano più il regime

Nonostante il controllo quasi totale sui media statali e la repressione delle opposizioni, il governo perde consensi. Dietro le apparenze, la realtà è fatta di disoccupazione, fuga dei giovani e indebolimento delle istituzioni.

La corruzione mina la legittimità del potere dall’interno

I clan legati a Orbán si arricchiscono grazie a contratti statali e fondi europei, mentre gli ungheresi pagano il prezzo con inflazione, sanità inaccessibile e tasse più alte. Nemmeno la propaganda riesce più a nascondere questa realtà.

La pressione totale non ferma il declino

Il partito Fidesz ha usato ogni leva, dalle lettere postali ai regali elettorali fino alle intimidazioni, ma il risultato è opposto: più aumenta la pressione, più cresce la richiesta di cambiamento e la fine dell’era Orbán.

Da non perdere