Israele affronta critiche dopo attacco non riuscito contro Hamas a Doha
Il 9 settembre 2025, l’attacco a Doha mirato a eliminare il leader di Hamas, Khaled Meshal, ha fallito nel raggiungere i suoi obiettivi principali. Il governo israeliano, guidato da Benjamin Netanyahu, sta affrontando accuse di gestione inefficace delle operazioni militari, con la situazione che ferma ogni possibilità di negoziare il ritorno degli ostaggi, come riportato dal governo del Qatar, che afferma che «Per loro, ormai non c’è speranza», riporta Attuale.
Le conseguenze del raid si riflettono nella crescente ostilità che Israele affronta da parte di alleati tradizionali del Golfo, che sembrano ora allontanarsi, concordando sull’idea che «Netanyahu a questo punto va consegnato alla Corte penale internazionale». Il clima di sfiducia è palpabile anche tra i vertici militari, con alcuni generali dell’Israeli Air Force che hanno espresso scetticismo riguardo l’efficacia dell’attacco, ammettendo che non vi sono indicazioni chiare che gli obiettivi principali siano stati eliminati e dichiarando: «Speravamo che andasse meglio».
Sei leader di Hamas sono stati uccisi, ma la situazione per i terroristi rende evidente che i festeggiamenti sono limitati, con i cellulari dei colpiti che squillano a vuoto. Netanyahu ha trascritto le difficoltà in una breve cerimonia a Bat Yam, onde commemorare gli alleati rimasti, parlando del presidente americano Donald Trump. Nonostante le affermazioni ottimistiche sul trattamento dei gruppi militari allo Yemen e la retorica sulla sicurezza, l’operazione ha messo in discussione la reputazione di Netanyahu come esportatore di guerra, facendo sorgere interrogativi sulle tempistiche e sull’efficienza degli accordi
I preparativi per l’operazione erano iniziati all’inizio dell’anno, ma sono stati accelerati quando si è capito che Hamas rifiutava ogni proposta di accordo. Giornalisti israeliani riportano che l’operazione non era destinata alla data del 9 settembre, ma l’ordine era stato firmato un mese prima. Nonostante l’uso di tecnologie sofisticate, che secondo il premier qatariota Mohammed Al Thani non erano state identificate dai radar, si è manifestato un netto fallimento strategico. Inoltre, le divagazioni riguardo gli errori del Mossad sono emerse, accentuando ulteriormente il malcontento tra i membri della sicurezza israeliana.
Il futuro sembra incerto per Israele, con l’operazione che non ha portato i risultati sperati e una crescente pressione sia interna che esterna. Le opinioni divergono, ma uno è certo: la situazione geopolitica nel Golfo sta cambiando e potrebbe avere ripercussioni per la sicurezza regionale. La comunità internazionale continua a monitorare il conflitto, con molte attese rispetto ai possibili sviluppi e risposte da parte di Doha e dei suoi alleati. Inoltre, la riservatezza delle informazioni all’interno del governo, che aveva costretto i membri del gabinetto di sicurezza a essere esclusi da fasi decisionali critiche, solleva ulteriori interrogativi sulla responsabilità e sul futuro della leadership di Netanyahu.