La decisione del Paese baltico volta ad arginare le influenze pro-Cremlino che secondo Tallinn potrebbero condizionare le elezioni locali
L’Estonia ha deciso di ridurre i diritti dei cittadini russi che vivono da anni sul suo territorio. Il Paese ha intenzione di revocare a loro e ai bielorussi il diritto di voto nelle elezioni locali, una misura che mira a contrastare quello che il governo vede come il rischio di un’influenza pro-Cremlino.
Circa un quarto della popolazione della nazione baltica, che ammonta ad un totale di circa 1,3 milioni di abitanti, parla russo. Mentre la maggior parte di loro è costituita da cittadini estoni o apolidi, si stima che circa 80 mila persone detengano la cittadinanza russa, e che secondo la legge estone, abbiano comunque il diritto di votare nelle elezioni locali. In aggiunta, a queste stime vanno aggiunti i circa 3 mila cittadini bielorussi che abitano all’interno del Paese baltico.
Come riporta Bloomberg, in seguito all’invasione dell’Ucraina ordinata da Vladimir Putin nel 2022, il governo estone ha iniziato a promuovere una serie di politiche restrittive verso la Federazione e in generale atte ad arginare l’influenza che Mosca avrebbe potuto esercitare sul Paese grazie alla forte comunità russofona. Le misure hanno incluso la transizione delle scuole di lingua russa all’estone e la richiesta alla Chiesa ortodossa russa nel Paese di interrompere le relazioni con la leadership di Mosca.
Sulla revoca del diritto di voto il premier Kristen Michal ha dovuto vincere le resistenze iniziali degli alleati socialdemocratici, che inizialmente avevano criticato la mossa, che di fatto avrebbe ripercussione anche su altri cittadini stranieri.
Sebbene il progetto di legge sia stato concepito per colpire i cittadini russi, quest’ultimo limiterebbe i diritti di voto locali anche ai cittadini dell’Unione europea, della Nato e di altre nazioni, perché l’intervento non può essere settato solo su una nazionalità. Le norme dovranno essere approvate dal parlamento a Tallinn e firmate dal presidente dell’Estonia e potrebbero essere soggette a una sfida in tribunale prima di entrare in vigore, in vista delle elezioni locali di ottobre del prossimo anno.
“Raccomandiamo alle nostre fazioni parlamentari di modificare la costituzione il prima possibile in modo che i cittadini delle nazioni aggressori non siano più decisori nelle nostre elezioni locali,” ha dichiarato Michal all’emittente pubblica Err.