In Europa la destra si fa in tre

13.06.2024
In Europa la destra si fa in tre
In Europa la destra si fa in tre

Insieme, i partiti conservatori e sovranisti rappresentano quasi un terzo dell’emiciclo. Ma il sogno di un “supergruppo” sembra destinato a tramontare. Al contrario, potrebbe arrivare una nuova formazione ancora più estremista

Insieme rappresentano quasi un terzo del nuovo Parlamento europeo. Ma difficilmente l’universo variegato dei partiti della destra europea troverà una casa comune in cui sedere gli uni al fianco degli altri. Il sogno di un “supergruppo” di conservatori e sovranisti coltivato dal leader ungherese Viktor Orban sembra destinato a restare tale, nonostante negli ultimi tempi si siano intensificati gli sforzi dei pontieri e gli appelli all’unità. Al contrario, la prospettiva è che la destra possa scindersi ulteriormente, passando dagli attuali due gruppi parlamentari a tre soggetti.

La galassia della destra

Per capire cosa bolle in pentola, bisogna guardare alla corposa zona grigia dove, per il momento, si trovano i partiti (o singoli deputati) senza un gruppo di appartenenza. I seggi senza affiliazione erano 97 all’indomani del voto europeo, ma sono scesi a 93 dopo che quattro parlamentari neo eletti sono stati accolti nell’Ecr, il partito conservatore guidato dalla premier Giorgia Meloni, che adesso vanta 77 eurodeputati provenienti da 17 Paesi Ue. Il bacino restante di non iscritti comprende partiti di governo come l’ungherese Fidesz (10 seggi) o lo slovacco Smer del premier Robert Fico. Ma anche formazioni in netta ascesa come i tedeschi dell’AfD (15 eurodeputati), da poco espulsi da Identità e democrazia (Id), il gruppo sovranista della Lega e di Marine Le Pen. Senza dimenticare il Movimento 5 stelle.

Per formare un gruppo all’Eurocamera servono almeno 23 eurodeputati in rappresentanza di almeno 7 Paesi Ue. La stragrande maggioranza dei partiti attualmente senza affiliazione hanno il dna per entrare nell’Ecr come in Id. Ma la ricerca di Meloni e Le Pen di accreditarsi come leader sì di lotta, ma anche (e soprattutto) di governo, potrebbe spingere le forze più estremiste a mettere in piedi un gruppo autonomo facendo leva proprio su AfD. Il partito tedesco di ultradestra, diventato la seconda forza politica in Germania alle spalle dei cristiano democratici della Cdu, è stato messo alla porta da Id per le dichiarazioni filonaziste e razziste rilasciate da alcuni suoi membri negli ultimi mesi.

I sovranisti duri e puri

Nulla di nuovo, in realtà, rispetto a quanto già emerso nel recente passato. Ciò che è cambiato è la volontà di Le Pen, leader indiscussa di Id, di “copiare” il percorso fatto da Meloni in Europa, emancipando il suo Rassemblement national (Rn) e i suoi alleati più stretti nell’Ue dal cosiddetto cordone sanitario, ossia l’ostruzionismo dei grandi partiti europei nell’accesso ai posti di comando nelle istituzioni del blocco. E proponendosi così come credibile candidata alla presidenza della Francia. 

L’espulsione dell’AfD potrebbe, però, essere solo una misura temporanea: mercoledì a Bruxelles, alla riunione dei vertici di Id a cui ha partecipato anche Matteo Salvini, c’è chi parlava di un possibile ritorno all’ovile dei tedeschi, ma solo dopo le elezioni nazionali anticipate in Francia. Se questo non dovesse accadere, l’AfD ha una lunga lista di potenziali nuovi partner. Ci sono i bulgari di Vazrazhdane, partito anti-Ue, anti-Nato e filorusso, i quali hanno conquistato 3 seggi al Parlamento europeo e hanno già chiesto ad AfD di unirsi a loro per “creare un vero gruppo conservatore e sovranista nel Parlamento europeo” e combattere il regime “liberal-fascista”. Ci sono poi i due parlamentari rumeni di Sos, anch’essi considerati filorussi, i due greci di Niki e Foni Logikis, i due slovacchi di Republika, il deputato ungherese di Mi Hazank e l’esponente dei Democratici danesi. Con questi, AfD avrebbe i numeri per formare il nuovo gruppo.

Il fattore Orban

La nuova formazione potrebbe essere ancora più nutrita: partiti come il polacco Konfederacja (6 eurodeputati), il neonato movimento spagnolo Se Acabó la Fiesta (3) e il partico ceco Giuramento e automobilisti (2 deputati il cui programma verte sul salvataggio delle auto a benzina) potrebbero ingrossare le fila dei sovranisti duri e puri. Oppure confluire nell’Id. Il gruppo di Le Pen e Salvini attualmente conta 58 parlamentari, di cui ben 30 sono i francesi di Rn. Il risultato elettorale deludente del Carroccio e l’addio di AfD ha ridotto il peso specifico di Id, allargando la forbice dai conservatori di Meloni. Inoltre, gli austriaci dell’Fpo hanno manifestato un certo disappunto per la cacciata degli alleati tedeschi. 

Infine, c’è il capitolo Orban: il leader ungherese è da tempo in trattativa con i conservatori per entrare a far parte dell’Ecr. Ma le sue posizioni filorusse potrebbero andare contro i piani di Meloni di fare dei conservatori una sorta di terza gamba della maggioranza di governo a Bruxelles e Strasburgo. Ecco perché nella capitale europea c’è chi immagina per Orban un ingresso nei sovranisti: se nell’Id o nel nuovo potenziale gruppo dell’AfD lo si scoprirà nelle prossime settimane. 

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