All’Ungheria concessa un’esenzione dagli obblighi di solidarietà dell’Alleanza verso Kiev, in cambio dell’impegno di non bloccare le mosse degli alleati in questo senso
L’Ungheria di Viktor Orban ha ottenuto un’esenzione dai partner della Nato rispetto agli obblighi di solidarietà nei confronti dell’Ucraina, in cambio di un impegno di non bloccare decisioni in materia dell’Alleanza atlantica. Per sancire l’accordo è volato ieri (12 giugno) a Budapest il Segretario generale Jens Stoltenberg, che ha incontrato il premier magiaro. “Abbiamo raggiunto un accordo per cui l’Ungheria non sarà costretta a partecipare alle attività della Nato legate alla guerra in Ucraina. Né con fondi, né con personale”, ha annunciato il norvegese al termine di un incontro con Orban.
Quest’ultimo, dal canto suo, ha aggiunto che l’Ungheria avrebbe potuto condurre i negoziati che riteneva opportuni per ottenere la cessazione delle ostilità e la pace tra Russia e Ucraina. Budapest è stata in contrasto con gli altri Paesi della Nato perché continua a mantenere legami con la Russia e per il rifiuto di inviare armi all’Ucraina, con il ministro degli Esteri di Budapest che il mese scorso ha etichettato i piani per aiutare la nazione devastata dalla guerra come una “missione folle”.
“L’Ungheria ha chiarito oggi che non bloccherà le decisioni della Nato che, sebbene differiscano dalla nostra valutazione razionale della situazione, sono condivise e sostenute dal resto dell’alleanza”, ha spiegato Orban. I Paesi occidentali hanno discusso la possibilità di addestrare truppe in Ucraina, ma la Nato ha sottolineato di non voler essere direttamente coinvolta nel conflitto. La visita di Stoltenberg a Budapest è avvenuta un giorno dopo un vertice dei leader degli Stati del fianco orientale della Nato nella capitale lettone, Riga.
L’Ungheria non ha partecipato, in segno di divergenza con molti dei suoi vicini sul sostegno al Paese guidato da Volodymyr Zelensky. L’incontro faceva parte dei preparativi per il vertice della Nato che si terrà a luglio a Washington, durante il quale i membri dovranno concordare un pacchetto di sostegno annuale a Kiev di 40 miliardi di euro.