Influenza aviaria, morto un uomo in Messico: è il primo caso confermato di virus H5n2

06.06.2024
Influenza aviaria, morto un uomo in Messico: è il primo caso confermato di virus H5n2
Influenza aviaria, morto un uomo in Messico: è il primo caso confermato di virus H5n2

Il paziente, di 59 anni, era già ricoverato per altre patologie. Ha contratto un virus diverso rispetto al sottotipo più famoso di aviaria (H5n1) responsabile dell’epidemia in corso tra i bovini da latte negli Stati Uniti. L’Oms: “Il rischio per la popolazione è basso”

L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) segnala “il primo caso umano confermato in laboratorio a livello globale” di influenza aviaria da virus A/H5N2, un sottotipo diverso dal più noto H5n1 responsabile dell’epidemia in corso tra i bovini da latte specie negli Stati Uniti. A contrarre il virus è stato un uomo messicano di 59 anni per il quale non è stata riferita alcuna “esposizione a pollame o altri animali”. Come sia avvenuto il contagio resta dunque un mistero. 

Cosa sappiamo sull’uomo morto per aviaria in Messico 

L’uomo è morto in ospedale a Città del Messico, ma l’Oms fa sapere che era già affetto da altre patologie (tra cui una malattia renale cronica e il diabete di tipo 2) ed era già a letto da tre settimane prima che comparissero i sintomi dell’aviaria.

Il 17 aprile, si legge nella nota dell’Oms, il paziente “ha sviluppato febbre, mancanza di respiro, diarrea, nausea e malessere generale. Il 24 aprile ha richiesto cure mediche ed è stato ricoverato presso l’Istituto Nazionale di Malattie Respiratorie “Ismael Cosio Villegas”. L’uomo è però deceduto “lo stesso giorno a causa di complicazioni della sua condizione”.

“Sebbene la fonte di esposizione al virus in questo caso sia attualmente sconosciuta, in Messico sono stati segnalati virus H5n2 nel pollame”, precisa l’Organizzazione mondiale della sanità. Secondo gli scienziati il caso riscontrato in Messico non è correlato allo scoppio di un diverso ceppo di influenza aviaria – H5n1 – negli Stati Uniti che finora ha infettato tre lavoratori di aziende lattiero-casearie. L’H5n2 può infettare un’ampia varietà di uccelli, tra cui il pollame, e al momento – come sottolineano anche le autorità messicane – non ci sono prove che il contagio possa avvenire da uomo a uomo. Sulla base delle informazioni disponibili, l’Oms valuta “basso” il rischio attuale per la popolazione generale rappresentato da questo virus.

Perché l’aviaria preoccupa gli scienziati 

Più in generale il virus dell’aviaria continua però a preoccupare gli scienziati. Il timore è che l’H5n1 o altri sottotipi possano adattarsi all’uomo e iniziare a diffondersi tra la popolazione. Come ha spiegato Simone Valesini proprio su Today, l’H5n1 “nelle sue varianti definite ad alta patogenicità, è un virus che provoca infezioni molto gravi negli uccelli, ma non è particolarmente bravo a infettare i mammiferi, e quando lo fa (è stato accertato già in almeno 40 specie), in molti casi risulta in sintomatologie blande o in infezioni asintomatiche. Più un virus circola, però, più ha occasione di adattarsi all’organismo dei nuovi ospiti”. 

Ogni nuova epidemia nei mammiferi “rischia quindi di produrre nuove varianti, che potrebbero prima o poi rivelarsi pericolose anche per la nostra specie”. Finora l’H5n1 ha mostrato un’elevata mortalità, superiore al 50%, ma gli scienziati ritengono che il dato sia probabilmente gonfiato dal fatto che fino ad oggi sono stati testati solamente pazienti con forme gravi della malattia. Il virus registrato in Messico appartiene comunque a un altro sottotipo, l’H5n2.

Secondo Reuters a marzo, il governo messicano aveva segnalato un’epidemia dello stesso tipo di virus tra il pollame e in un nucleo familiare isolato nello stato occidentale del Michoacan, ma il caso del 59enne sembra essere il primo caso al mondo confermato in laboratorio. 

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