Intere famiglie inghiottite dal mare: nello Jonio nuova strage di migranti. Decine di dispersi, molti bambini

18.06.2024
Intere famiglie inghiottite dal mare: nello Jonio nuova strage di migranti. Decine di dispersi, molti bambini
Intere famiglie inghiottite dal mare: nello Jonio nuova strage di migranti. Decine di dispersi, molti bambini

Proseguono le ricerche dei corpi finiti in mare al largo delle coste calabre. Gli 11 superstiti parlano di 66 dispersi. I soccoritori: “Scena straziante”

Èstata una notte di ricerche dopo il tragico naufragio di migranti avvenuto al largo delle coste calabre, in area di responsabilità italiana. Si tratta di una strage, l’ennesima, soprattutto di bambini. Il bilancio delle vittime non è ancora definitivo. La barca dopo otto giorni di navigazione si è ribaltata a seguito di un’esplosione e sono sopravvissuti solo in 11: una giovane donna è morta dopo lo sbarco. I superstiti parlano di 66 dispersi, tra loro 26 bimbi. Intere famiglie, secondo il racconto dei superstiti, sono sparite tra le onde.

I soccorsi sono scattati dopo il may-day lanciato da un’unità da diporto francese che, dopo aver segnalato la presenza della barca semi affondata, ha recuperato 12 migranti. Ricevuta l’allerta il Centro di Coordinamento del soccorso marittimo italiano di Roma ha dirottato sul posto due mercantili in navigazione nelle vicinanze, un velivolo Atr42 e due motovedette.

Migranti in mare senza salvagente

I migranti sopravvissuti al naufragio portano ferite profonde, necessitano di assistenza fisica ma soprattutto psicologica. Si tratta di persone che hanno letteralmente visto morire i propri compagni di viaggio: amici, parenti. “Eravamo al porto e abbiamo supportato le attività di prima assistenza per i sopravvissuti. La scena era straziante, davanti a noi persone traumatizzate, il dolore si toccava con mano. Vedere annegare un parente o un amico è sempre orribile”, racconta Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici Senza Frontiere. 

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MSF su X

Secondo il racconto fatto dai sopravvissuti, il viaggio è stato affrontato senza le condizioni minime di sicurezza, a iniziare dal salvagente.

“Sono profondamente addolorato e preoccupato per la tragedia avvenuta al largo delle coste calabresi”, dice il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso che aggiunge: “Oltre alle attenzioni più volte assicurate in ogni sede istituzionale, è urgente che l’Europa intervenga con rapidità e decisione per prevenire le tragedie nel Mediterraneo. Chiediamo, soprattutto dopo il drammatico naufragio di Steccato di Cutro, un’azione risolutiva e in più direzioni, che preveda una maggiore collaborazione tra gli Stati membri per rafforzare i controlli e le operazioni di soccorso, nonché misure efficaci per contrastare il traffico di esseri umani. La Calabria e l’Italia – conclude – non possono essere lasciate sole ad affrontare questa emergenza umanitaria”.

Per il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, nell’ennesimo naufragio “muore il presente e muore anche il futuro. Ancora una volta, nel ‘nostro’ mare, la speranza si fa tragedia. Per noi di Catanzaro che due anni fa un viaggio della speranza lo abbiamo guardato negli occhi, per fortuna senza dover contare morti, il primo dovere è quello del cordoglio più sincero per le vittime di oggi e della piena solidarietà ai superstiti. Ma sarebbe un dovere monco, se non si accompagnasse al dovere della verità. Non è un destino cinico e baro, quello fa dei nostri mari un cimitero. I cadaveri non sono l’effetto collaterale di qualcosa di ineluttabile. Muoiono gli ultimi, i più disgraziati, perché l’Europa non intende farsi carico del fenomeno migratorio. Mancanza di visione, egoismi, piccoli interessi di bottega politica, cinismo, sono gli ingredienti di una miscela micidiale che noi e non altri abbiamo preparato”. Per il primo cittadino “una Guardia costiera costretta a intervenire in emergenza piuttosto che poter intervenire per tempo nel quadro di un servizio di soccorso pianificato è un dato inaccettabile. Su questo dovremmo interrogarci. Perché il cordoglio e il dolore sono qui e ora ma non possono più valere preventivamente anche per il domani”.

Il naufragio al largo delle coste calabre non è la sola tragedia consumata nelle ultime ore. Un altro scafo è stato soccorso a oltre 100 miglia dalle coste libiche, in acque internazionali a poco più di 40 miglia da Lampedusa, nei pressi dell’area Sar maltese. A bordo complessivamente – spiega su X la ong Resqship, che opera con la nave Nadir – c’erano 61 migranti: 51 sono stati evacuati e soccorsi, due dei quali privi di sensi: altri 10 sono stati trovati senza vita nel ponte inferiore.

Il veliero è stato trainato fino a Lampedusa. Ad accogliere sopravvissuti e vittime anche il sindaco Filippo Mannino, come ha dovuto fare in altre occasioni nelle ultime settimane. 

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