Nel Paese comunista sarebbe stato imposto un codice di abbigliamento che mette al bando capi diffusi nel sud e in altre nazioni occidentali e capitalistiche
La Corea del Nord avrebbe diffuso delle nuove regole su come vestirsi nel Paese, vietando capi di abbigliamento o acconciature che “oscurano l’immagine di un sistema socialista”. Ad essere banditi nel Paese comunista sarebbero state tra le altre cose la “acconciatura a gallo” e le camicette con maniche trasparenti.
Lo afferma Radio Free Asia che cita fonti interne alla nazione governata dal Kim Jong-un che avrebbero parlato a condizione di anonimato per paura di conseguenze. Secondo il sito i trasgressori rischierebbero pene fino a sei mesi di lavoro forzato. Le nuove norme sarebbero state descritte in dettaglio in una video lezione mostrata alla popolazione, con i trasgressori delle regole sull’acconciatura costretti a radersi la testa.
Come spiega il media finanziato dal Congresso degli Stati Uniti, i divieti sono gli ultimi a colpire le scelte di moda del popolo nordcoreano e si aggiungono a una lunga lista di altri indumenti proibiti che comprende camicie senza maniche, jeans, tinture per capelli, pantaloni non sgualciti, magliette con scritte straniere, borse a tracolla e, specificamente per le donne, capelli sotto la vita, pantaloncini e top aderenti.
La maggior parte di questi non sono tipici stili di abbigliamento indossati nella rivale Corea del Sud o in altri Paesi capitalisti e occidentali e possono essere resi illegali in base alla draconiana Legge sul rifiuto del pensiero e della cultura reazionaria, che mira a sradicare un’invasione di comportamenti cosiddetti capitalisti o antisocialisti.