Rimozione di Paetongtarn Shinawatra: la Corte Costituzionale thailandese sospende la prima ministra
Venerdì, la Corte Costituzionale della Thailandia ha revocato l’incarico di prima ministra a Paetongtarn Shinawatra, precedentemente sospesa a luglio, in seguito a una telefonata inappropriata con l’ex primo ministro cambogiano Hun Sen riguardante una disputa territoriale tra Thailandia e Cambogia, riporta Attuale.
La Corte ha dichiarato che la telefonata ha violato i principi etici, affermando che «le azioni di [Paetongtarn] non hanno preservato l’orgoglio della nazione e hanno anteposto gli interessi personali a quelli del Paese». Paetongtarn, che pianificava di tenere una conferenza stampa in giornata, ha difeso la sua comunicazione con Hun Sen come una «tecnica di negoziazione».
Questa decisione ha effetto immediato e segna la quinta volta dal 2008 che un primo ministro thailandese viene rimosso dall’incarico in seguito a un verdetto della Corte Costituzionale. La crisi politica si complica ulteriormente, poiché la telefonata è stata resa pubblica pochi giorni dopo che le forze cambogiane e thailandesi hanno iniziato a scontrarsi lungo il confine condiviso di circa 820 chilometri, un’area con contestazioni territoriali.
Durante la controversa chiamata di 17 minuti, Paetongtarn, 38 anni, si è rivolta a Hun Sen, 72 anni, in termini molto deferenti, promettendo di «prendersi cura» delle sue necessità. Ha anche cercato di screditare un comandante dell’esercito thailandese coinvolto nella gestione dei problemi di confine. La lunga relazione tra le famiglie Shinawatra e Hun, che si considerano legate, ha reso la situazione ancora più complessa.
Paetongtarn rappresenta la terza generazione della dinastia politica Shinawatra, fondata da suo padre, l’ex primo ministro Thaksin Shinawatra, il quale, nonostante le pressioni legali, continua a influenzare le decisioni politiche della figlia. Nonostante le turbolenze, Thaksin è stato assolto venerdì da una corte penale di Bangkok per aver insultato la monarchia, un reato severamente punito in Thailandia.
Il 28 luglio, Thailandia e Cambogia avevano concordato un cessate il fuoco «immediato e incondizionato» per porre fine agli scontri che avevano già provocato oltre 30 morti e più di 180.000 sfollati, un dramma che ha messo in evidenza la fragilità della situazione politica e militare nella regione.
Incredibile!!! Una situazione del genere in Thailandia è proprio assurda… Non riesco a capire come si possa mettere in discussione la dignità di una nazione a causa di una telefonata! Già abbiamo problemi abbastanza gravi in giro per il mondo, e invece di unirsi, si litigano i confini. Che tristezza…