La nuova corsa alla Luna tra Stati Uniti e Cina

14.01.2025
La nuova corsa alla Luna tra Stati Uniti e Cina
La nuova corsa alla Luna tra Stati Uniti e Cina

Il programma Artemis della Nasa continua ad accumulare ritardi, mentre i rivali cinesi procedono a tappe forzate e prevedono di inviare i primi astronauti nel 2030. Obiettivo: realizzare una base al polo sud lunare

Che lingua parlerà il prossimo essere umano che metterà piede sulla Luna? Per ora, la sfida è aperta: gli americani sulla carta sarebbero in vantaggio, non solo perché sono gli unici ad esserci già stati, ma anche perché il loro programma Artemis prevede la prima missione con equipaggio nel 2027, mentre nei piani cinesi l’atterraggio dei primi astronauti non avverrà prima del 2030. La missione Nasa, prevista inizialmente per lo scorso anno, continua però a subire ritardi. Mentre quella del dragone prosegue a tappe serrate, e per ora non arretra di un millimetro rispetto al calendario ufficiale. Sono in molti quindi a chiedersi se l’efficienza e la pazienza dell’agenzia spaziale cinese non siano destinate, questa volta, ad avere la meglio sulla hybris degli americani. E a consegnare così alla superpotenza orientale la supremazia su quella che probabilmente sarà la nuova frontiera della specie umana.  

Il programma americano

Il progetto Artemis nasce nel 2017 per volere della prima amministrazione Trump, con l’obbiettivo di restituire lustro al programma spaziale americano con il simbolico ritorno dell’uomo sulla Luna, e di spostare al contempo la presenza umana nello spazio in orbita lunare, per dare seguito a quanto fatto fino ad oggi sulla stazione spaziale intrernazionale, che dopo quasi un trentennio di onorata carriera è ormai destinata a chiudere i battenti nei prossimi anni. 

Inizialmente il programma era di sfruttare il nuovo Lunar Gateway, la base spaziale che verrà costruita in orbita lunare, come campo base per il lander che porterà i prossimi astronauti sul suolo del satellite. Il progetto però ha subito diversi cambiamenti nel corso degli anni, e una moltitudine di ritardi. La costruzione del Lunar Gateway non è ancora iniziata, e il piano attualmente è quello di far atterrare un primo equipaggio a bordo di razzo Starship decollato dalla Terra, per procedere solo in seguito alla costruzione della nuova stazione orbitale. La missione con equipaggio, inizialmente fissata per il 2024, è stata così rinviata almeno fino al 2027, anche a causa di problemi con lo sviluppo delle nuove tute spaziali che indosseranno gli astronauti, e da quelli sperimentati da SpaceX nello sviluppo del suo razzo Starship.

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Una rappresentazione artistica degli astronauti della missione Artemis 3 sulla superficie lunare. Credit: Nasa

I prossimi passi

L’arrembaggio americano alla Luna procederà in tre tappe. La prima, già raggiunta nel 2022, è stata la missione Artemis 1, che ha testato con successo la capsula Orion in un viaggio senza equipaggio intorno alla Luna. Il prossimo passo, Artemis 2, era prevista per quest’anno, ma è stata già rinviata all’aprile del 2026, e consisterà in un viaggio lungo la stessa rotta di Artemis 1, ma con una squadra di quattro astronauti a bordo, per verificare che sia tutto pronto prima di tentare il fatidico allunaggio. 

Se i risultati del test saranno positivi, sarà quindi la volta di Artemis 3, il cui equipaggio riporterà gli americani a calpestare il suolo lunare (per gli astronauti Esa, parter del programma, ci sarà spazio solo nei viaggi seguenti). Diversi particolari della missione devono però ancora essere chiariti, e a molti esperti la data di lancio per il 2027 sembra sempre più utopistica (una valutazione della stessa agenzia spaziale americana del 2023 stimava che ci sarebbero più del 30 percento di possibilità che Artemis 3 non sarà partita entro il 2028). In seguito, ma con data da definirsi, dovrebbero iniziare anche i lavori per la costruzione di un habitat lunare, una base che potrà ospitare gli astronauti per lunghi periodi sulla superficie, e dove effettuare ricerche scientifiche ed esplorative. Nel frattempo, come dicevamo, il programma lunare cinese, seppur più cauto sulle date, continua a macinare un successo dopo l’altro. 

Chang’e

Il programma lunare cinese, ribattezzato progetto Chang’e, è stato lanciato nel 2007, ma è solo dal 2018 che ha preso veramente il via, con l’atterraggio del primo lander sul satellite. Nel 2020, Chang’e 5 ha raccolto e riportato a terra quasi due chili di campioni di suolo lunare. Lo scorso anno, Chang’e 6 ha replicato l’impresa, con oltre otto chili di materiale raccolto, per la prima volta nella storia, sulla faccia nascosta della Luna. 

Nei prossimi anni è prevista quindi Chang’e 7, che esplorerà a fonda il polo sud della luna e le risorse presenti, in vista delle future missioni. A seguire, nel 2028 dovrebbe partire Chang’e 8, che porterà al polo sud lunare un lander, un rover, e anche un robot umanoide. E quindi, entro il 2030, dovrebbe arrivare il momento della prima missione con equipaggio, in cui per la prima volta gli astronauti cinesi metteranno piede sulla superficie della Luna. Se per quella data la Nasa avrà continuato a rinviare Artemis 3, la sfida sarà persa. 

base lunare cinese
Ecco come dovrebbe apparire la base lunare cinese intorno al 2050. Credit: China National Space Administration

L’ambizione dei rivali orientali comunque non è tanto quella di arrivare per primi a calpestare nuovamente il suolo lunare, ma di costruire una presenza stabile sulla superficie del satellite: una base lunare, che verrà realizzata in collaborazione con l’agenzia spaziale russa (che ormai si è sfilata del tutto dal progetto del Gateway della Nasa). Il programma di recente ha subito un’accelerazione, e prevede un primo insediamento nei pressi del polo sud lunare pronto entro il 2035, e poi una rete di avamposti lungo l’equatore e sul lato nascosto del satellite, coordinati da una base in orbita, da realizzare entro il 2050. L’obbiettivo, hanno rivelato i cinesi, è quello di esplorare la Luna e studiarne le possibilità di sfruttamento, ma anche, e soprattutto, fare esperienza in vista del logico passo successivo: l’esplorazione umana di Marte. Altro obbiettivo che probabilmente li vedrà contrapposti a Nasa (e speriamo Esa) in una corsa al primato.  

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