Ankara avrebbe fatto domanda mesi fa. Il presidente turco cerca di rafforzare l’alleanza con i Paesi emergenti
IBrics potrebbero avere presto un nuovo membro. Il gruppo delle economie mondiali emergenti, che include Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, potrebbe presto allargarsi e comprendere la Turchia. Ankara ha formalmente chiesto di aderire al gruppo Brics perché decisa a rafforzare la sua influenza globale e a creare nuovi legami con il cosiddetto Sud Globale. In particolare, Ankara cerca una nuova alternativa a Bruxelles, dopo che i negoziati di adesione all’Unione europea sono fermi da anni. La conferma, dopo mesi di rumors, arriva dalla Bloomberg.
Perché la Turchia vuole entrare nei Brics
Come detto, si tratta di una mossa che era nell’aria da qualche mese. Già lo scorso 10 giugno, il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha preso parte ai lavori del summit dei ministri degli Esteri Brics come ospite, invitato dalla Russia. A margine del summit Fidan ha definito il gruppo “un’alternativa all’Unione Europea”. C’è da chiarire un aspetto importante. Il governo turco non abbandona l’idea di una unione doganale con l’Unione Europea, che sarebbe importante per l’economia turca, ma non rinuncia alla possibilità di concludere accordi che favoriscano interscambio commerciale e investimenti con altri Paesi in crescita economica. Ciononostante, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan guarda con interesse ai vantaggi che potrebbero derivare da una eventuale adesione della Turchia all’organizzazione che include le cinque principali economie emergenti. Ci sono però anche altre motivazioni, come le frizioni che la Turchia ha con diversi Paesi della Nato, a causa dello stretto legame che c’è tra Ankara e Mosca nonostante l’invasione russa dell’Ucraina.
Un’organizzazione sempre più grande
Al gruppo Brics, formato da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, il primo gennaio 2024 si sono aggiunti altri Paesi: Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti, il che ha portato il blocco a rappresentare ora oltre il 37 per cento del Pil mondiale (l’Ue, per esempio, vale circa il 14,5 per cento). Altri, invece, come Cuba, Nigeria e Vietnam, hanno formalmente richiesto di aderire all’organizzazione. Tra i nuovi ingressi, che saranno probabilmente annunciati durante il prossimo vertice Brics in programma 22-24 ottobre a Kazan in Russia (a cui quest’anno è affidata la presidenza di turno), ci potrebbero essere la Palestina e l’Azerbaijan. È questa un’intenzione del presidente russo Vladimir Putin, secondo il quale Mosca farà tutto il possibile per aiutare i nuovi membri a integrarsi il più rapidamente possibile nel lavoro dell’organizzazione.