Il confronto sulla legge elettorale riemerge con vigore all’interno di Montecitorio, circondato da smentite e dichiarazioni formali. In mezzo a questa atmosfera, il vicepremier e capo di Forza Italia, Antonio Tajani, ha espresso la sua preferenza per un sistema proporzionale, rispondendo ai giornalisti dopo un’audizione sulla situazione in Iran. “Se ci si dirige verso un modello simile a quello utilizzato per l’elezione dei sindaci o dei presidenti di Regione – ha affermato il leader azzurro – non sarei contrario. La questione sarà discussa in Parlamento, ma ribadisco che non sono contrario al proporzionale”, ha sottolineato. Tajani ha invitato i partiti a dialogare per addivenire a una pacifica intesa, evidenziando che “se c’è la volontà, è possibile fare progressi entro la legislatura”. Questa apertura è stata sicuramente ben vista anche a sinistra, considerato che il segretario della Cgil, a Bologna, ha richiamato all’urgenza della questione: “È necessario rivedere anche la legge elettorale – secondo Maurizio Landini – non solo il referendum e il meccanismo del quorum.”, riporta Attuale.
Dietro le quinte del dibattito pubblico, però, si rincorrono rumors persistenti. In particolare, si vocifera di incontri segreti fra leader di schieramenti opposti, volti a discutere questioni fondamentali per il Paese, una pratica radicata nella storia italiana. Da parte del Nazareno, è giunta una smentita riguardo a presunti contatti tra Meloni e Schlein, come riportato dal Corriere della Sera. “Nessun contatto”, ha chiarito il Pd. Osvaldo Napoli di Azione ha definito “opportuna” la dichiarazione di non coinvolgimento. “Le regole non devono dipendere esclusivamente da due leader. Questo vale ancor di più per Elly Schlein, se desidera davvero costruire un’alleanza alternativa alla destra. È comprensibile che ogni partito segua le proprie strategie, ma per raggiungere una coalizione sarà necessario agire con cautela e rispetto verso le posizioni altrui”, ha avvertito Napoli.
Sebbene la questione resti sotto osservazione, entrambe le fazioni politiche sono concentrate sulla possibilità di arrivare a una riforma in tempi brevi. In questo contesto si è inserito anche Angelo Bonelli, il quale ha esortato la premier a “uscire dalle ombre”. “Giorgia Meloni, non solo come presidente del consiglio ma anche come leader di Fratelli d’Italia, deve esporsi pubblicamente riguardo al suo interesse nel cambiare la legge elettorale e in che modo – ha affermato il deputato di Avs. – È inaccettabile che chi si vanta di trasparenza operi nell’ombra per modificare la legge elettorale. Invito dunque a dichiarare pubblicamente se desidera procedere, poiché è anche la leader del partito di maggioranza che dovrà affrontare l’iniziativa parlamentare. La nostra proposta è quella di una legge che garantisca, tramite il sistema proporzionale, il pluralismo e la stabilità governativa, evitando derive presidenzialistiche. Vogliamo tutelare le prerogative del Parlamento”.
Concorde con l’idea di un sistema proporzionale e favorevole a un dibattito riformatore, è anche l’ex ministro Gianfranco Rotondi, attualmente deputato di Fdi. “La Democrazia Cristiana, presente in Parlamento attraverso il gruppo di Fdi, esprimerà a tempo debito il suo sostegno per una riforma della legge elettorale orientata al proporzionale con premio di maggioranza, simile a quanto già previsto per le elezioni dei sindaci e dei governatori”. Sulla stessa lunghezza d’onda, ha preso posizione il capogruppo di Fdi al Senato, Lucio Malan, affermando: “Stiamo lavorando per questo, essenziali sono misure che promuovano la governabilità e favoriscano alleanze per garantire governi stabili”.