Bruxelles accoglie la tesi di Roma e smonta le giustificazioni ‘ecologiste’ dell’Austria, ma non potrà intervenire direttamente. Spetterà alla Corte europea dirimere la questione
Va all’Italia il primo round del match “europeo” contro l’Austria sul caso Brennero. La Commissione Ue ha infatti accolto le proteste del nostro governo, che lo scorso febbraio aveva chiesto a Bruxelles di prendere provvedimenti contro le misure adottate da Vienna per limitare il traffico transalpino di mezzi pesanti attraverso il valico del Brennero.
In un parere motivato, l’esecutivo europeo guidato da Ursula von der Leyen ritiene che “alcune misure in vigore in Austria limitino il trasporto di merci sulle autostrade A12 e A13 e, di conseguenza, la libera circolazione delle merci prevista” dai trattati Ue, in particolare le misure che prevedono il “divieto di circolazione notturna”, quello “di circolazione settoriale mirato ad alcune merci con ‘affinità ferroviaria’”, il “divieto invernale il sabato” e il razionamento dei veicoli pesanti in ingresso in autostrada (il cosiddetto ‘dosing’)”.
Pur prendendo atto delle motivazioni ecologiste di Vienna, si legga ancora nel parere, “la Commissione ritiene che le misure austriache manchino di coerenza e pertanto non possano essere giustificate nella loro interezza in base al raggiungimento degli obiettivi prefissati (protezione dell’ambiente, sicurezza stradale, fluidità del traffico o sicurezza stradale)”. Inoltre, “alcune di queste misure hanno maggiori probabilità di incidere sulle imprese straniere rispetto a quelle austriache”. Infine, “per quanto riguarda l’eccezione avanzata dall’Italia contro l’Austria per una presunta mancanza di leale cooperazione, la Commissione ritiene che l’Italia non abbia fornito prove sufficienti a sostegno di tale affermazione”.
Il giudizio di Bruxelles è sicuramente un punto a favore dell’Italia. Ma la Commissione europea non può intervenire direttamente su Vienna per far rispettare il diritto Ue. L’esecutivo Ue suggerisce di “trovare una soluzione amichevole alla controversia”, ma ricorda anche che la procedura avviata dall’Italia le consente di portare il caso dinanzi alla Corte di giustizia europea. Una strada che il ministero dei Trasporti italiano ha già annunciato che intraprenderà “per ristabilire un quadro giuridico favorevole alle imprese e tutelare il principio di libertà all’interno dell’Unione Europea”, si legge in una nota. “È un’altra promessa mantenuta”, ha commenta il ministro Matteo Salvini.
Vienna, dal canto suo, ha replicato a muso duro al ricorso dell’Italia: un’azione legale presso la Corte Ue “non amplierà né allargherà il Brennero, né porterà anche un solo camion sulle rotaie. Abbiamo bisogno di cooperazione e non di scontro”, hanno detto in una nota congiunta i ministri austriaci Alexander Schallenberg e Karoline Edtstadler. “Dal punto di vista austriaco è assolutamente chiaro che le misure di protezione per la popolazione del Tirolo, che soffre in modo massiccio per il volume di traffico, sono necessarie, proporzionate e in linea con il diritto dell’Ue. La Commissione europea non li ha criticati nemmeno in passato”, sostengono i due ministri di Vienna, secondo i quali “l’Austria ed il Tirolo hanno l’obbligo, ai sensi del diritto comunitario, di adottare misure per mantenere l’aria pulita”. I due ministri invocano, quindi, il dialogo: “Dobbiamo impegnarci insieme in uno sforzo comune per portare più merci sulla ferrovia, invece di lasciare che sempre più camion passino attraverso il Brennero”, concludono.