L’Ue rischia una guerra commerciale con gli Usa di Trump e di inasprire le relazioni con la Cina

07.11.2024
L'Ue rischia una guerra commerciale con gli Usa di Trump e di inasprire le relazioni con la Cina
L'Ue rischia una guerra commerciale con gli Usa di Trump e di inasprire le relazioni con la Cina

“L’Europa sarà uno strumento del repubblicano per contrastare Pechino, piuttosto che un partner con le proprie priorità”, spiega a Today.it Ian Hernandez, ricercatore del think tank European Policy Center

La vittoria di Donald Trump avrà “conseguenze significative e multiformi” per l’Unione europea, in diversi ambiti: dall’economia, alle politiche ambientali fino alle relazioni con la Cina e, ovviamente, avrà un impatto sulla guerra in Ucraina. Dal punto di vista economico c’è il rischio di una guerra commerciale, un rischio che “non è da escludere”. È l’opinione di Ian Hernandez, uno dei ricercatori dell’European Policy Center, think Tank di Bruxelles di cui è presidente onorario il belga Herman Van Rompuy, ex presidente del Consiglio europeo.

Rischio guerra commerciale

“Il rischio di una vera e propria guerra commerciale tra gli Stati Uniti e l’Ue sotto l’amministrazione Trump è relativamente basso, anche se non è da escludere, soprattutto se Trump perseguirà politiche tariffarie aggressive”, dice lo studioso in un’intervista a Today.it. “Se Trump procederà con i dazi universali, è probabile che si verifichi un nuovo ciclo di misure commerciali ‘occhio per occhio’ con l’Ue, come si è visto nel 2018, quando Bruxelles ha risposto alle tariffe volute da Washington con dazi su beni statunitensi come il bourbon e le motociclette Harley-Davidson”.

Ed eventuali dazi generalizzati potrebbero avere conseguenze anche nei rapporti economici tra Europa e Cina, perché “le elevate tariffe statunitensi potrebbero indurre le imprese cinesi a riorientare le esportazioni verso l’Europa per gestire la loro sovraccapacità. In risposta, l’Ue potrebbe sentirsi spinta ad aumentare i dazi sulle importazioni cinesi, il che potrebbe spingere ulteriormente l’inflazione e aumentare l’incertezza economica all’interno del blocco, ponendo ulteriori sfide alla stabilità regionale”. Insomma si potrebbero creare delle reazioni a catena con ripercussioni sui cittadini europei.

I rapporti con la Cina

In generale, sostiene Hernandez, “con l’amministrazione Trump, c’è il rischio concreto che le relazioni Ue-Usa possano essere riformulate principalmente come un’alleanza anti-Cina” ma, specifica lo studioso, “dalle conversazioni che ho avuto con alti esponenti repubblicani emerge la percezione che l’Europa sarà vista principalmente come uno strumento per contrastare Pechino, piuttosto che come un partner con le proprie priorità”, e questo “potrebbe essere in conflitto con gli interessi strategici dell’Ue, che mirano a bilanciare la sicurezza economica con il mantenimento dell’accesso al mercato cinese”.

Sostenitori di Trump festeggiano la vittoria - foto LaPresse  (AP Photo/Evan Vucci)
Sostenitori di Trump festeggiano la vittoria – foto LaPresse (AP Photo/Evan Vucci)

L’Europa, che pure sta imponendo dazi su prodotti come le auto elettriche cinesi, potrebbe rischiare di farsi trascinare in una guerra commerciale con il gigante asiatico, con conseguenze anche per le sue imprese, che nel mercato del Paese esportano molto e che nella nazione hanno siti di produzione.

L’impatto sulle politiche ambientali

Un altro impatto del cambio di amministrazione sarà sulle politiche ambientali. “I repubblicani hanno dichiarato che un’amministrazione Trump smantellerà gran parte dell’eredità verde del presidente Biden, porterà al ritiro dall’Accordo di Parigi e all’abbandono degli obiettivi di emissioni zero o di decarbonizzazione”.

In generale, “mentre alcune disposizioni dell’Inflation Reduction Act potrebbero essere mantenute, in gran parte perché avvantaggiano i distretti repubblicani, l’enfasi generale si sposterebbe di nuovo su un’economia guidata dai combustibili fossili”. E questo potrebbe dare forza a quanti anche in Europa sostengono la necessità di annacquare le richieste del Green Deal europeo, come ad esempio l’addio alle auto a motore a combustione a partire dal 2035, che in tanti chiedono di posticipare.

“Sebbene l’Ue non si sia sempre allineata perfettamente con l’amministrazione Biden, finora poteva comunque contare su una controparte impegnata nella protezione dell’ambiente e ampiamente favorevole a limitare i monopoli delle grandi tecnologie. Con un’amministrazione Trump, gli Stati Uniti si opporrebbero probabilmente a queste priorità, portando potenzialmente a un aumento delle tensioni commerciali e dell’incertezza economica”, afferma Hernandez.

Le conseguenze per Kiev

Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, “è probabile che un’amministrazione Trump ponga fine agli aiuti militari statunitensi all’Ucraina, costringendo Kiev a negoziare con la Russia a condizioni sfavorevoli”, e ciò “ostacolerebbe la capacità dell’Ucraina di recuperare i territori occupati e diminuirebbe le sue prospettive di adesione alla Nato, prospettiva che Trump ha mostrato scarso interesse a sostenere”.

Foto LaPresse (AP Photo/Jeff Roberson)
Foto LaPresse (AP Photo/Jeff Roberson)

Per lo studioso dell’Epc “una simile mossa è in diretto conflitto con gli interessi dell’Ue, poiché una chiara maggioranza di Stati membri considera la guerra in Ucraina una minaccia diretta alla sicurezza europea”, e ciò “potrebbe costringere l’Europa ad accelerare l’integrazione dell’Ucraina nel blocco come mezzo per offrire sostegno e stabilità”.

Unità dell’Europa messa alla prova

In ogni caso i prossimi quattro anni, con gli Usa guidati da Trump, metteranno anche alla prova l’unità dell’Unione europea. “L’Ue ha dimostrato coesione durante le recenti crisi come la pandemia e l’invasione russa dell’Ucraina, ricorrendo a prestiti congiunti e a sanzioni rapide”, ma ora “gli interessi nazionali divergenti potrebbero rivelare potenziali linee di frattura. Alcuni Stati membri potrebbero cercare accordi bilaterali per placare Trump ed evitare politiche economiche statunitensi aggressive, frammentando potenzialmente la risposta collettiva dell’Ue”.

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