Il presidente francese ha parlato alla stampa dopo la decisione di sciogliere l’Assemblea nazionale. I timori sono per le presidenziali del 2027, ma assicura non si dimetterà
Il 12 giugno il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato di aver indetto le elezioni legislative nel tentativo di impedire all’estrema destra di vincere la presidenza nel 2027, quando scadrà il suo secondo e ultimo mandato. Le dichiarazioni arrivano dopo che la sera del 9 giugno il suo partito Renaissance ha subito una sconfitta elettorale senza precedenti, accompagnata da un trionfo per il partito Rassemblement national di Jordan Bardella e Marine Le Pen. Una desione che ha creato non poco caos, dato che la data del primo turno per le legislative è stata fissata al 30 giugno. Il capo dell’Eliseo ha invitato tutti i partiti francesi “in grado di dire no agli estremi” a unirsi in vista delle elezioni anticipate.
“Spero che quando arriverà il momento, uomini e donne di buona volontà che avranno saputo dire no agli estremi si uniranno. Si metteranno nelle condizioni di costruire un progetto condiviso, sincero, utile al Paese “, ha detto Macron in una conferenza stampa a Parigi. Il 31% di voti conquistati alle Europee dal partito di estrema destra di Marine Le Pen nel voto del 9 giugno, ha surclassato i contendenti sia di Renaissance, il partito macronista di centor fermo al 14%, sia l’opposizione di Place publique, frutto di una scissione dal partito socialista francese guidato da Raphael Gluckmann. I risultati schiaccianti, ha spiegato Macron, lo hanno spinto a indire elezioni anticipate a sorpresa per il 30 giugno e il 7 luglio. “La risposta, ai miei occhi, non poteva arrivare cambiando il governo o una coalizione”, ha spiegato il presidente in carica, aggiungendo che “era necessario sciogliere il parlamento”.
La rabbia degli elettori
Forse per la prima volta, Macron ha riconosciuto “la difficoltà degli elettori ad andare avanti, anche quando lavorano, difficoltà molto quotidiane”, che hanno creato “rabbia, a volte risentimento”. Le persone, ha riferito, “sentono di non essere ascoltate né rispettate. Non possiamo rimanere indifferenti davanti a tutti questi messaggi”. Il leader di Renaissance è stato rieletto per il secondo mandato presidenziale nel 2022, ma questa sua seconda prova è stata molto travagliata. La riforma delle pensioni, gli attentati di matrice islamista, le proteste dei giovani contro le azioni violente della polizia, l’insistenza per aprire un fronte europeo di guerra contro la Russia gli hanno scatenato contro numerose critiche. A tre anni dalla fine del suo secondo mandato presidenziale, adesso spera che gli elettori si uniscano per contenere l’estrema destra nelle elezioni nazionali, dando vita a un’inversione di rotta rispetto ai risultati del voto europeo. “Non voglio dare le chiavi del potere all’estrema destra nel 2027”, ha detto ai giornalisti riuniti a Parigi. “Oggi le cose sono semplici: abbiamo alleanze innaturali tra entrambi gli estremi, che non saranno in grado di attuare alcun programma”, ha precisato Macron.
Il “patto col diavolo” della sinistra
Il leader transalpino ha criticato aspramente i conservatori del partito Les Republicains, il cui leader Eric Ciotti ha annunciato un’alleanza con il Rassemblement national. Non ha risparmiato riserve neppure nei confronti dell’alleanza di sinistra, battezzata come Nuovo fronte popolare, che include La France insoumise di Jean Luc Mélenchon, socialisti, verdi e potrebbe includere anche Place publique, il nuovo partito di centrosinistra di Raphael Gluckmann. Macron lo ha descritto come un “patto con il diavolo”, sottolineando le accuse di antisemitismo nei confronti di La France Insoumise per la sua risposta pro-Palestina in seguito all’attacco del 7 ottobre da parte del gruppo militante Hamas contro Israele e la sanguinosa guerra a Gaza da parte del governo di Benjamin Netanyahu. La destra ha “girato in poche ore le spalle all’eredità del generale Charles de Gaulle” e degli ex presidenti Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy, ha detto Macron. “Non siamo perfetti ma abbiamo ottenuto dei risultati”, ha insistito, indicando come punti salienti la capacità del suo governo di creare di posti di lavoro, l’essersi fatto carico dell’impegnativa transizione energetica e il sostegno all’Ucraina. Il presidente ha comunque ribadito che non ha intenzione di dimettersi dal suo incarico neppure nel caso in cui le elezioni anticipate consegnassero all’estrema destra francese una maggioranza ancora più ampia nell’Assemblea nazionale.”Voglio stroncare quest’idea sul nascere, la possibilità che accada non è mai esistita”, ha detto ai giornalisti.