Assenza di Rubio al vertice della NATO: reazioni e implicazioni
Marco Rubio, Segretario di Stato degli Stati Uniti, non partecipa al vertice dei ministri degli Esteri NATO, in programma oggi a Bruxelles. Il Segretario dell’Alleanza, Mark Rutte, minimizza l’assenza, confermando le spiegazioni ufficiali da Washington che attribuiscono la mancata partecipazione a impegni sovrapposti, senza inviare segnali politici. Tuttavia, molti rappresentanti dei 31 partner hanno manifestato il loro disappunto per la scelta di Rubio, che arriva all’indomani dell’incontro a Mosca tra gli inviati statunitensi Steve Witkoff e Jared Kushner e Vladimir Putin. Oltre cinque ore di discussione non hanno portato a risultati concreti, riporta Attuale.
La situazione di Bruxelles suggerisce che l’assenza di Rubio possa essere collegata ai commenti dell’ambasciatore americano Matthew Whitaker durante una riunione con i diplomatici di altri Paesi, tenutasi il 1 dicembre. Whitaker è stato chiaro: “Lasciateci lavorare, stiamo negoziando anche nel vostro interesse; siamo a conoscenza delle ‘linee rosse’ degli ucraini e vi consulteremo su eventuali questioni di competenza NATO”.
È probabile, quindi, che Rubio desideri evitare il “vortice di richieste e obiezioni” sollevate dagli alleati europei. In sua sostituzione, oggi parteciperà il vice Segretario, Christopher Landau, noto per la sua vicinanza alla linea del vice presidente J.D. Vance, il quale ha mostrato scetticismo nei confronti di Volodymyr Zelensky.
Negli Stati Uniti, si prevede che il dibattito si concentri sui contributi che gli europei dovrebbero versare nel fondo Purl (Prioritised Ukraine Requirements List), istituito lo scorso luglio per soddisfare le esigenze militari dell’Ucraina attraverso l’acquisto di armi americane. In tal modo, la Casa Bianca non offrirà più Donazioni, come nell’amministrazione di Joe Biden, ma intende capitalizzare sulle necessità urgenze di Kiev, ricorrendo ai finanziamenti europei.
Fino ad ora, il fondo ha raccolto 4 miliardi di dollari, con un obiettivo di 5 miliardi entro la fine dell’anno e ulteriori 12 miliardi entro il 2026, a patto che tutti gli alleati contribuiscano. Durante il vertice di oggi, Norvegia, Germania e Canada annunceranno rispettivamente finanziamenti di 500, 250 e 200 milioni di dollari.
La pressione degli Stati Uniti e dei 16 partner già coinvolti nel PURL si concentra particolarmente sull’Italia. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, aveva inizialmente ipotizzato un contributo di circa 140 milioni di dollari, ma finora non si è concretizzato nulla. Il governo italiano deve inoltre affrontare l’opposizione della Lega, contraria al 12° pacchetto di armi destinato a Kiev.