Medicina, accesso per tutti

25.04.2024
Medicina, accesso per tutti
Medicina, accesso per tutti

Svolta del governo, l’iscrizione alle varie facoltà di area biomedica diventa libera. Resta uno sbarramento alla fine del primo semestre comune: avanti chi avrà tutti i crediti

Basta test cervellotici di accesso alla facoltà di medicina, i famigerati Tolc. Ma il numero chiuso resta, anche se la selezione viene spostata avanti di sei mesi. Periodo durante il quale chiunque voglia si potrà cimentare in un semestre propedeutico all’accesso a tutte le Facoltà di area biomedica, comprese infermieristica, biologia, farmacia e veterinaria. Finito il semestre chi avrà conseguito tutti i crediti formativi in medicina potrà andare avanti, altrimenti potrà utilizzare quanto acquisito per un altro corso di studi affine, che dovrà essere indicato come seconda scelta al momento della doppia e gratuita iscrizione al semestre propedeutico. Questo non significa però che il numero chiuso sarà messo in soffitta, perché attingendo a una graduatoria nazionale andranno poi avanti i migliori, in numero programmato definito sulla base dell’effettivo fabbisogno dell’Ssn a corto di camici bianchi. Ma anche del numero di borse di studio per le scuole di specializzazione che lo Stato sarà in grado di finanziare.

«Il numero programmato resta, viene solo abolito il test lotteria d’ingresso», precisa il relatore e presidente della commissione sanità del Senato, Franco Zaffini (FdI), commentando il testo adottato ieri all’unanimità dalla Commissione Istruzione del Senato. Primo passo di un iter parlamentare che si preannuncia rapido, visto il consenso bipartisan intorno al testo. Fermo restando che per vedere attuata sul campo la riforma dell’accesso programmato a medicina bisognerà poi attendere i 12 mesi fissati per l’emanazione dei decreti attuativi.

Come dire che se ne riparlerà probabilmente nel 2026 e che gli effetti di questa riprogrammazione del fabbisogno medico darà i suoi frutti all’alba del 2036, visto che tra i 6 anni di laurea e i 4 di specializzazione, per avere un nuovo dottore passano 10 anni. Mentre l’emergenza è ora, con 25 mila medici mancanti su 40.250. Al contrario, come dimostra uno studio del sindacato dei medici ospedalieri Anaao, già nel 2032 avremmo 12mila camici bianchi in sovrannumero, perché a fronte di 20mila laureati saranno circa 8mila quelli che andranno in pensione. «Considerando il costo di 200 mila euro per la formazione di ciascun dottore, è come regalare 2,5 miliardi l’anno ad altri Paesi. Soldi che si sarebbero potuti investire per incentivare i giovani a scegliere quelle specializzazioni i cui bandi vanno oggi deserti, perché usuranti o poco remunerative nel privato, come medicine d’emergenza e urgenza, chirurgia o anestesiologia», afferma il presidente dell’Anaao, Carlo Palermo.

Anche se, per affrontare l’emergenza del presente, nell’ultimo decreto Pnrr appena approvato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, è riuscito ad allargare le maglie per l’utilizzo degli specializzandi già al secondo anno, consentendo il loro impiego ai fini assistenziali, senza limiti temporali, anche negli ospedali fuori dalla rete formativa controllata dalle Università, fino ad oggi restie a “cedere” i giovani medici in formazione. Soluzione accolta con favore da sindacati di categoria e Ordine dei medici, contrari invece alla riforma dell’accesso a medicina, nella quale vedono invece uno stop al numero chiuso e una spinta verso la creazione di una futura pletora medica. Perché già oggi i giovani ammessi in Facoltà sono 19.500 e diventeranno 20 mila il prossimo anno, mentre le borse di studio, dopo anni di cattiva programmazione, sono salite ora a 16 mila per altrettanti specializzandi, ai quali vanno aggiunti 2.500 partecipanti ai corsi di specializzazione in medicina generale. «Era ora», commenta il governatore veneto, Luca Zaia. Un plauso alla riforma condiviso da tutta la Lega, che per prima l’ha sostenuta, non facendo mistero di puntare al bersaglio grosso, ossia alla abrogazione del numero chiuso che per ora non c’è.

Fonte: LaStampa

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