Mostro di Modena, l’avvocato chiede di riaprire le indagini su Anna Maria Palermo

22.06.2025 02:47
Mostro di Modena, l’avvocato chiede di riaprire le indagini su Anna Maria Palermo

Riapertura del caso di Anna Maria Palermo: un nuovo approccio legale

Modena, 21 giugno 2025 – La questione sollevata dall’«atto di violenza» che ha colpito Anna Maria Palermo, uccisa a soli 21 anni nel gennaio del 1994, si riaccende grazie all’iniziativa dell’avvocato Barbara Iannuccelli, il quale sta cercando di riaprire il caso. Questa situazione ha riaperto vecchi interrogativi sul misterioso “mostro di Modena”, mai identificato, e sulle sue eventuali responsabilità, portando alla luce nuovamente dubbi irrisolti. «Riporta Attuale

L’avvocato Iannuccelli ha messo insieme un team di esperti, che include il professor Armando Palmegiani e la professoressa Valentina Marsella, nonché la genetista Marina Baldi. Iannuccelli sottolinea che non ci sono prove certe che indichino l’operato di un serial killer. «Non ci interessa l’effetto Garlasco, vogliamo seguire un approccio classico di studio delle evidenze, come se l’omicidio fosse avvenuto ieri», afferma.

Al centro dell’indagine ci sono tre pagine di reperti cruciali. “Utilizzando la tecnologia dell’epoca – spiega Iannuccelli – abbiamo trovato due siringhe con tipi di sangue diversi, nessuno dei quali apparteneva ad Anna Maria”. Inoltre, un fazzoletto recava segni di rossetto non corrispondenti a quello della vittima, un’incongruenza che non ha ricevuto seguito. “È incredibile come non sia stato fatto alcun confronto”, aggiunge.

Le indagini iniziali rivelarono che sul corpo di Anna Maria c’erano lividi che suggerivano che fosse stata trattenuta mentre veniva accoltellata. La ferocia meccanica dell’omicidio – caratterizzata da coltellate e un sasso con sangue di Anna Maria – fa pensare che almeno due persone fossero coinvolte. Inoltre, è stato trovato uno scontrino datato il 24 gennaio, relativo a un acquisto in farmacia, che potrebbe rivelare ulteriori dettagli.

Secondo l’avvocato, “la narrazione giornalistica ha contribuito a costruire il mito del mostro di Modena, ma la verità potrebbe essere molto diversa”. L’avvocato ha anche trattato il caso di un’altra scomparsa, quella di Cristina Golinucci, il cui corpo non è mai stato rinvenuto, e suggerisce che parlare di un “mostro” potrebbe aver portato a trascurare la situazione di vittime come Anna Maria.

Iannuccelli sottolinea anche che “il corpo di Anna Maria è stato ritrovato in 10 centimetri d’acqua, con un sasso legato al collo, come se il suo assassino volesse assicurarsi che affogasse”. Questo comportamento, secondo l’avvocato, non fa pensare all’azione di un serial killer, ma piuttosto a un gesto di odio personale.

Conclude l’avvocato spiegando che “tutte le prove esistenti non sono state adeguatamente analizzate o confrontate, generando un grande dispiacere”. La legge italiana non prevede la prescrizione per il reato di omicidio, permettendo quindi la riapertura del caso se si dimostra che le tecniche moderne possano rivelare nuove verità sui reperti. Tuttavia, persiste il timore riguardo alla conservazione dei reperti.

Il team di specialisti è al lavoro per ultimare i dettagli della richiesta da presentare, con l’auspicio di trovare finalmente giustizia per Anna Maria. Alla fine, resta il dubbio: i casi irrisolti rimarranno per sempre un rebus nel panorama criminale italiano?

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