Il calvario interminabile di Nick Kyrgios. Questo periodo dovrebbe evocare ricordi sereni per il tennista australiano: l’esordio nel torneo di Wimbledon, la prima e unica finale Slam nel 2022. Tuttavia, il trentenne di Canberra sarà costretto, anche quest’anno, a seguire il torneo britannico come semplice spettatore, a causa di problemi fisici che hanno praticamente bloccato la sua carriera negli ultimi tre anni, riporta Attuale.
Kyrgios ha annunciato qualche settimana fa la sua assenza al terzo Slam dell’anno, avendo disputato solo quattro partite nel 2025 tra Australian Open, Indian Wells e Miami Open. In un’intervista rilasciata a The Guardian, l’ex numero 13 del mondo ha riflettuto sulle sue attuali condizioni fisiche, rievocando anche i momenti salienti della sua carriera.
Le parole di Nick Kyrgios
Il tennista australiano ha elogiato l’importanza del torneo inglese: “Wimbledon rappresenta un ricordo speciale per me. È stato il primo Grande Slam che ha aperto la mia carriera, ed è il culmine del tennis. Ogni volta che entro in campo, percepisco l’energia e l’atmosfera, ma non mi sento sempre a mio agio perché non mi comporto come un normale tennista. Wimbledon presta molta attenzione a questo aspetto. Mi sento come un pupazzo di neve nel deserto, ma mi diverto”.
Kyrgios ha aggiunto: “Ero convinto di essere al massimo del tennis mondiale. Giocare a Wimbledon un paio di volte significa esibirsi davanti al palco reale su un campo in cui l’erba è perfettamente uniforme. Raggiungere quel livello fa sì che il viaggio valga la pena. Ha cambiato la mia vita, ma a quell’età non ero pronto a prendere quella responsabilità”.
Il trentenne ha poi parlato del suo 2019, un anno caratterizzato da alti e bassi. “Nel 2019, molti presumevano che avessi vissuto un anno straordinario. Ero fra i primi 20 al mondo, ma in realtà mi trovavo al mio punto più basso. Quando ho finalmente trovato il coraggio di parlare, la gente ha iniziato a comprendere che non sono sempre stato perfetto e che non ho sempre agito nel modo giusto, ma sono disposto a discuterne. Ho ricevuto centinaia di migliaia di messaggi da giovani su Instagram cercando di aiutarli nel miglior modo possibile. Ero in un periodo oscuro e non sono migliorato da allora. Ho lottato con quei pensieri e con l’autolesionismo per tutto l’anno, ma sono riuscito a superarli e a fornire supporto agli altri”.
Kyrgios ha concluso ricordando la finale a Wimbledon contro Novak Djokovic: “È un’esperienza che posso condividere con i miei figli e nipoti per dimostrare loro che tutto è possibile. I campi intorno a casa mia sono di solito in cemento e rovinati, quindi arrivare in finale in un torneo del Grande Slam è incredibile. Ci sono stati solo un paio di momenti in cui, se avessi agito leggermente diversamente, avrei potuto vincere il titolo di Wimbledon, ma non c’è nulla di male a perdere contro il più grande di tutti i tempi. Ci penso spesso? Sì. Rifletto su cosa avrei potuto fare diversamente? Sì. Avrei potuto prepararmi meglio? No. La mia preparazione è stata eccezionale”.