Niente austerity per il Parlamento tedesco: resterà il più grande d’Europa

30.07.2024
Niente austerity per il Parlamento tedesco: resterà il più grande d'Europa
Niente austerity per il Parlamento tedesco: resterà il più grande d'Europa

La Corte suprema ha bocciato la proposta del governo di Olaf Sholz che avrebbe ridotto il numero di seggi. Festeggiano i cristiano-sociali della Baviera e il Partito della Sinistra

Èstata bocciata la riforma che avrebbe dovuto aiutare a ridurre il numero dei deputati del Parlamento tedesco. La corte suprema di Karlsruhe si è pronunciata la mattina del 30 luglio sulla legalità di un piano che avrebbe aiutato a ridurre i seggi degli eletti in Germania e al tempo stesso avrebbe bloccato i partiti più piccoli di stampo regionale dall’accesso al Bundestag. L’organismo principale della democrazia tedesca è il più grande d’Europa a camera unica, con in carica attualmente 733 parlamentari, che rappresentano una popolazione di 83,8 milioni di persone. Questo organo è persino più grande del Parlamento europeo, dove 720 parlamentari di 27 paesi rappresentano i 448,4 milioni di cittadini del blocco Ue.

La riforma era stata introdotta dai partiti della coalizione al governo, guidata dal cancelliere Olaf Scholz, ma è stata giudicata “in parte incostituzionale” dai giudici. Festeggiano la sentenza l’Unione cristiano-sociale della Baviera e il Partito della Sinistra, che più avrebbero sofferto le conseguenze della nuova norma rischiando di restare fuori dal prossimo parlamento. Furiosi invece i sostenitori dell’austerità. Le nuove regole avrebbero fatto risparmiare, secondo i calcoli del governo, almeno 310 milioni di euro di denaro dei contribuenti per la prossima legislazione. Rimane quindi in piedi un Bundestag forse meno efficiente, ma più rappresentativo delle diverse anime della Germania. 

La regola del 5% e la sua eccezione

Il piano del governo di coalizione di socialdemocratici, verdi e liberali, puntava ad abolire un’eccezione alla regola del 5%. È questa la soglia che i partiti devono raggiungere per entrare nel parlamento tedesco. Esiste però un’eccezione: i partiti che arrivano primi in almeno tre circoscrizioni uninominali, ottengono seggi parlamentari in proporzione alla loro quota di voti, anche se non è stata raggiunta la soglia del 5% a livello nazionale. In base al sistema attuale, vengono creati di volta in volta dei seggi in più in modo che la distribuzione complessiva rimanga proporzionale, anche se i candidati dei partiti vincono le singole circoscrizioni. Questo sistema ha portato però a una “esplosione” del Bundestag, arrivato a 733 eletti.

Le ragioni della riforma

La riforma della coalizione guidata da Scholz era stata giustificata con l’intento di arrestare la tendenza del Parlamento federale a diventare sempre più grande e ingombrante. Secondo gli esperti giuridici, eliminando l’eccezione alla soglia del 5% e con altri accorgimenti, il numero dei parlamentari sarebbe sceso di almeno 100 seggi, portando il Bundestag a soli 630 deputati. La corte ha però giudicato “in parte incostituzionali” le norme contenute nella riforma, perché l’eliminazione di questa eccezione danneggerebbe la parità di trattamento dei partiti. 

Il sistema elettorale tedesco è stato elaborato nel dopoguerra per evitare la frammentazione parlamentare e la proliferazione di partiti minori che avevano favorito l’ascesa dei nazisti di Adolf Hitler negli anni ’30. Per questa ragione consente di far sedere in Parlamento solo i partiti che ottengono il 5% dei voti. L’unica eccezione a questa regola, vantaggiosa per i piccoli partiti regionali, era stata presa di mira dal governo guidato da Olaf Scholz. 

Chi beneficia della sentenza

A beneficiare di recente dell’eccezione è stato il Partito della Sinistra, molto forte nell’ex Germania est, ma ancora debole a livello nazionale. Erede del Partito Comunista della Germania Est, il Partito della Sinistra ha vinto tre mandati ad elezione diretta formando un gruppo con decine di legislatori al Bundestag, nonostante a livello nazionale abbia ricevuto solo il 4,9% dei voti. Dell’eccezione ne ha beneficiato a lungo anche l’Unione Cristiano-Sociale della Baviera, stabilmente alleata con i cristiano-democratici, per anni al governo con Angela Merkel e dal 2021 all’opposizione. Questo partito si candida solo nelle regioni del sud-est della Germania e di rado supera il 5% a livello nazionale. Al tempo stesso è diventato un punto fermo del Parlamento, poiché tende a vincere la maggior parte dei 45 collegi elettorali della Baviera.

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