Il consigliere delegato Antonio Donato presenta un pacchetto di misure che prevede anche nuove assunzioni per la municipale. FdI: «Non bisogna minimizzare»
Quattro interventi per migliorare la sicurezza urbana a Perugia: è questo il primo pacchetto presentato dall’amministrazione guidata da Vittoria Ferdinandi. I quartieri coinvolti sono San Vetturino, Mugnano, Montelaguardia e Lacugnano, dove è pronto un progetto di videosorveglianza con fondi comunali. In arrivo anche nuove assunzioni nella polizia municipale, un rafforzamento del presidio a Fontivegge e l’introduzione di informatori civici nel centro storico per presidiare le zone della movida. Sul tema è intervenuto anche Fratelli d’Italia, che ha chiesto di non disperdere il lavoro degli ultimi dieci anni e di approvare al più presto un regolamento per tutelare le aree urbane più esposte.
Donato «Un nuovo approccio integrato, basato su ascolto, prevenzione e presenza costante nei quartieri», scrive il consigliere delegato alla Sicurezza, Antonio Donato (m5S), presentando il pacchetto di misure risultato – ha spiegato – di un percorso partecipato tra cittadini, forze dell’ordine e consiglieri di maggioranza. Gli interventi sono stati sviluppati tenendo conto delle criticità segnalate nei quartieri e rappresentano, secondo Donato, una svolta rispetto al passato: «Una novità assoluta e un passo in avanti concreto rispetto alla precedente amministrazione».
Le misure Oltre alle nuove telecamere, il Comune punta sul rafforzamento dell’organico della municipale con assunzioni imminenti. In particolare, a Fontivegge sarà potenziato il presidio esistente, superando – sottolinea Donato – gli standard fissati dalla giunta precedente. In centro storico, invece, partirà un progetto sperimentale con «informatori civici» in servizio serale e notturno: figure non armate, ma formate per dialogare con i cittadini, promuovere il rispetto delle regole e monitorare i luoghi di aggregazione giovanile. Anche il modello operativo della polizia locale viene ricalibrato su interventi rapidi e preventivi, ispirati alla logica delle «finestre rotte», per contrastare sul nascere degrado e insicurezza.
FdI Sul tema sicurezza (nel weekend in un’intervista il procuratore Raffaele Cantone ha sottolineato che il capoluogo non è il far west e che non ci sono particolari allarmi) a intervenire nelle scorse ore è stata anche Fratelli d’Italia, che rivendica i risultati ottenuti dalle precedenti amministrazioni e invita l’attuale giunta a non fare «lo spettatore». «Perugia non è Gomorra, ma non si può ignorare il malessere che arriva da alcune zone della città» scrive il partito in una nota. «Se i cittadini ci rappresentano un problema, è sbagliato minimizzare. L’Amministrazione Ferdinandi non può continuare a sottovalutare quei segnali che ci giungono».
Il regolamento FdI sollecita l’adozione urgente del regolamento comunale sulle «aree tutelate», che permetterebbe di intervenire in modo più deciso sui «locali problematici», spesso considerati punto di ritrovo di chi compromette l’ambiente urbano. Il partito chiede anche di non smantellare strumenti già attivi, come il taser per la municipale o il presidio a Fontivegge, e sottolinea l’importanza di un’azione integrata tra prevenzione e repressione: «Il bene della città viene prima del bene di un partito. Per noi è scontato; ci auguriamo sia così per tutti». Insomma, nel complesso toni decisamente più moderati rispetto a quelli usati nei giorni passati.
Ferranti Quanto al tema del regolamento regionale, che in sintesi consente ai Comuni di individuare zone da tutelare con specifiche limitazioni per contenere le emissioni sonore e regolare la vendita di bevande alcoliche per motivi imperativi di interesse generale, a intervenire è il consigliere Fabrizio Ferranti (Perugia per la sanità pubblica). Ferranti spiega che sono norme del tutto condivisibili, tanto che in commissione a inizio aprile sono stati discussi due ordini del giorno – uno di maggioranza e uno di opposizione – con l’obiettivo di arrivare a un testo concordato. La maggioranza un mese fa ha inviato una nuova bozza al gruppo FdI, senza però ricevere risposta: «È la prova – dice Ferranti – che l’opposizione in tema di sicurezza lavora più sui social che in consiglio comunale».
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