Perché la Spagna ha già battuto l’Italia in Europa

20.06.2024
Perché la Spagna ha già battuto l'Italia in Europa
Perché la Spagna ha già battuto l'Italia in Europa

Mercoledì la Commissione europea ha annunciato l’avvio di sette procedure d’infrazione ad altrettanti Paesi Ue “colpevoli” di aver sforato il limite del deficit previsto dal Patto di stabilità. Tra questi, c’è l’Italia, che dovrà impegnarsi in tagli al bilancio che, secondo i primi calcoli, potrebbero ammontare ad almeno 10 miliardi di euro all’anno. La Spagna, invece, è stata “salvata” da Bruxelles, e questo nonostante anche Madrid nel 2023 abbia infranto il famoso tetto del 3% del Pil. Come mai questo trattamento diverso? La risposta è semplice: le misure messe in campo dal governo del socialista Pedro Sanchez, secondo la stima degli esperti della Commissione, metteranno in ordine i conti spagnoli già a partire da quest’anno, al contrario di quanto sta facendo il governo di Giorgia Meloni. Nel derby mediterraneo in Europa, per dirla in altri termini, la Spagna ci ha già battuti, e non solo nella partita del Patto.   

Il deficit di Madrid, stando alle ultime previsioni economiche di Bruxelles, è proiettato a scendere al 3% nel 2024 e al 2,8% nel 2025. Nel 2020, l’anno della pandemia, il rapporto tra spesa pubblica e Pil era del 10,1%, simile a quello dell’Italia (9,4%). Da allora, e fino all’anno scorso, il Patto di stabilità è stato sospeso. Ma mentre il governo spagnolo ha progressivamente ridotto il deficit per rientrare nei parametri Ue in vista del ritorno dei vincoli fiscali, l’Italia ha preferito allargare i cordoni della borsa il più a lungo possibile: nel 2023 il deficit è stato del 7,4% (contro il 3,7 della Spagna). Quest’anno, in base alle misure del governo, sarà del 4,4%. E, stando alle stime della Commissione, potrebbe persino salire nel 2025, arrivando al 4,5%.

Si potrebbe obiettare che l’Italia ha preferito investire di più sulla crescita per scrollarsi di dosso il contraccolpo del Covid e della successiva crisi energetica. Roma e Madrid, ricordiamo, sono i due massimi beneficiari del piano per la ripresa in quanto a soldi ricevuti dall’Europa. Ma gli investimenti dei Pnrr (e le riforme annesse), per il momento, stanno premiando l’economia iberica più di quanto non stia accadendo alla nostra. Nel 2023 il Pil dell’Italia è cresciuto dello 0,9%, quello della Spagna del 2,5%. Per i prossimi due anni, la crescita del nostro Paese dovrebbe restare intorno all’1%, sempre secondo le stime di Bruxelles. Quella di Madrid dovrebbe viaggiare a velocità doppia, intorno al 2%. L’anno scorso, l’occupazione spagnola è aumentata del 3,2%, mentre da noi si è fermata all’1,8%.

Anche sui salari, la Spagna vince la partita. Da quando è entrato in carica a oggi, Sanchez ha aumentato il salario minimo del 47% rispetto al 2018. Questo ha avuto un effetto positivo soprattutto sugli stipendi più bassi, ma non solo. Secondo l’Ocse, nel 2023 i salari reali (ossia al netto dell’inflazione) degli spagnoli erano aumentati in media dell’1,5% rispetto all’anno precedente. In Italia si sono contratti del 2%.

Non va meglio, infine, se si getta lo sguardo al futuro prossimo: dopo il boom del 2020 causato dall’emergenza Covid, il debito pubblico della Spagna è calato progressivamente e continuerà a farlo almeno fino al 2025, secondo le stime. In Italia, invece, è tornato a salire e nel 2025 potrebbe arrivare al 141,7%. 

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